Eredità e donazioni: ecco cosa cambia e come risparmiare con le nuove regole

Le principali novità del 2025

Eredità e donazioni: ecco cosa cambia e come risparmiare con le nuove regole

Dal primo gennaio sono entrate in vigore modifiche significative nel sistema fiscale riguardante successioni e donazioni. La principale novità riguarda la separazione dei due istituti ai fini tributari, con un impatto diretto sulle imposte da versare. Scopriamo cosa cambia e come ottimizzare la gestione del proprio patrimonio.

Nuova gestione delle eredità: più semplicità e meno oneri

Una delle modifiche più rilevanti introdotte dal decreto legislativo n. 139/2024 riguarda la semplificazione delle pratiche ereditarie. L’Agenzia delle Entrate aggiornerà automaticamente le schede catastali senza la necessità di presentare una domanda di voltura, eliminando così costi aggiuntivi e procedure burocratiche.

Inoltre, la tassazione dell’eredità non sarà più cumulata con eventuali donazioni ricevute in vita dal defunto. Questo significa che ciascun erede potrà usufruire della franchigia di un milione di euro sia per la successione che per eventuali donazioni ricevute precedentemente, con un notevole risparmio fiscale.

Donazioni: stop al cumulo con l'eredità

Fino al 2024, le donazioni effettuate in vita venivano sommate al valore dell’asse ereditario ai fini del calcolo dell’imposta di successione. Dal 2025 questa regola non si applica più: le donazioni sono considerate separatamente e non incidono sull’imposizione successoria. Questo cambiamento è particolarmente vantaggioso per chi desidera pianificare la propria successione distribuendo parte del patrimonio già in vita.

L’abolizione del coacervo ereditario

Dal 2025, l'abrogazione del coacervo ereditario rappresenterà un'importante semplificazione fiscale per gli eredi, grazie alle modifiche introdotte dal dlgs 139/2024 e dalle recenti interpretazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. Questo cambiamento elimina un sistema complesso, che prevedeva la sommatoria tra il valore dell’asse ereditario e le donazioni effettuate in vita dal defunto per calcolare l’imposta di successione. Rimane invece il coacervo donativo, ma con criteri più circoscritti.

Cosa cambia per le successioni

Prima dell'abrogazione, l’imposta di successione era calcolata includendo nel valore imponibile le donazioni fatte in precedenza dal de cuius. Questo sistema era pensato per verificare se la franchigia fiscale, ad esempio di 1 milione di euro per coniugi e parenti in linea retta, fosse stata in parte consumata. Tuttavia, secondo la Corte di Cassazione e l'Agenzia delle Entrate, tale approccio risultava superfluo nell'attuale quadro normativo basato su aliquote proporzionali, rendendo il coacervo ereditario anacronistico e disallineato rispetto alle esigenze moderne.

Il coacervo donativo rimane

Per quanto riguarda le donazioni, il coacervo rimane operativo, ma esclude quelle effettuate tra il 2001 e il 2006, periodo in cui l'imposta di successione e donazione era stata abrogata. Chi riceve nuove donazioni dovrà comunque considerare eventuali donazioni precedenti per verificare se la franchigia è già stata consumata in tutto o in parte.

Un aspetto positivo riguarda le donazioni tra fratelli, che godono di una franchigia di 100.000 euro. Con l’eliminazione del coacervo ereditario, questa franchigia rimane pienamente utilizzabile in caso di successione senza che venga intaccata da eventuali donazioni pregresse.

Esempi pratici

  • Eredità senza donazioni pregresse: Maria eredita un immobile del valore di 800.000 euro dal padre, senza che questi avesse effettuato donazioni precedenti. Grazie all'abolizione del coacervo ereditario, la franchigia di 1 milione di euro rimane intatta e non si deve alcuna imposta di successione.
  • Eredità e donazioni pregresse (eliminazione del coacervo ereditario): Giovanni ha ricevuto dal padre una donazione di 500.000 euro. Alla morte del padre eredita un immobile del valore di 800.000 euro. Prima del 2025, il valore della donazione veniva sommato al valore dell'immobile (500.000 + 800.000 = 1.300.000 euro), riducendo la franchigia di 1 milione di euro e rendendo tassabili i restanti 300.000 euro. Con l'eliminazione del coacervo ereditario, invece, la donazione non viene più considerata, e l'immobile rientra interamente nella franchigia, senza imposte aggiuntive.

Imposta di registro e di bollo: le novità

Un altro aspetto rilevante riguarda il pagamento dell’imposta di registro. Ora, tranne in alcuni casi particolari, i contribuenti sono tenuti a versarla in autoliquidazione, con successivo controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Se il versamento risulta errato, l’ente notificherà la correzione con possibilità di pagamento entro 60 giorni con sanzioni ridotte.

Per l’imposta di bollo, viene introdotta una maggiore flessibilità: il pagamento non dovrà più avvenire contestualmente all’atto ma potrà essere effettuato entro il termine previsto per la registrazione, solitamente entro 30 giorni.

Accesso alle banche dati catastali e ipotecarie: procedure più snelle

L’accesso ai registri immobiliari diventa più semplice: la consultazione delle banche dati catastali sarà gratuita, mentre per le ipoteche viene abolita la maggiorazione del 50% sui costi per chi effettua ricerche dirette. I proprietari potranno accedere gratuitamente ai documenti relativi ai propri immobili, riducendo così le spese per la gestione del proprio patrimonio.

Le opportunità di pianificazione patrimoniale

Le nuove norme offrono ai cittadini strumenti più efficienti per gestire successioni e donazioni, con riduzioni fiscali significative

e meno burocrazia. Separare le donazioni dall’eredità permette di ottimizzare il passaggio generazionale e ridurre l’impatto fiscale. Pianificare con attenzione il proprio patrimonio sarà sempre più vantaggioso nel 2025.

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