![Come funziona il nuovo Btp](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/04/12/1712936412-4467639-large.jpg?_=1712936412)
Il Tesoro si prepara a lanciare un nuovo strumento finanziario pensato per le famiglie: il Btp Più, in arrivo la prossima settimana. A differenza delle precedenti emissioni destinate ai piccoli risparmiatori, come il Btp Valore, questa volta non è previsto un incentivo di fedeltà per chi mantiene il titolo fino alla scadenza. L’elemento distintivo è invece la possibilità di chiedere il rimborso anticipato al valore nominale (100), esercitabile dopo quattro anni, su tutto o parte del capitale investito, a totale discrezione dell’investitore.
Il titolo avrà una durata di otto anni e sarà caratterizzato da un meccanismo step-up, con cedole trimestrali inizialmente più contenute, che aumenteranno nella seconda metà del periodo. Venerdì verrà comunicato il tasso minimo garantito, che potrebbe essere confermato o ritoccato al rialzo dopo il termine del collocamento, in programma dal 17 al 21 febbraio.
Un'opzione interessante
Uno degli aspetti più interessanti del nuovo Btp Più è proprio l’opzione di rimborso anticipato, una caratteristica poco comune nei titoli di Stato e ritenuta dagli esperti particolarmente utile in un contesto economico incerto. Se in futuro i tassi di interesse dovessero risalire, questa funzione consentirebbe agli investitori di sostituire il titolo con un’obbligazione più redditizia. Tuttavia, per sfruttare questa opportunità, sarà fondamentale acquistare il titolo in fase di emissione e mantenerlo almeno fino al quarto anno.
D’altro canto, se la Bce dovesse tagliare i tassi più del previsto a causa di una recessione, chi ha investito nel Btp Più potrebbe beneficiare di un rendimento superiore rispetto alle alternative presenti sul mercato in quel momento.
Il confronto con gli altri titoli di Stato
Il rendimento complessivo del Btp Più sarà un fattore chiave per attrarre i risparmiatori. Per rendere il titolo competitivo, il Tesoro potrebbe offrire un tasso leggermente superiore rispetto a un Btp nominale di pari durata, che attualmente rende il 3,22% a scadenza. Anche la struttura delle cedole giocherà un ruolo importante: per risultare interessante agli investitori retail, il tasso iniziale dovrà essere abbastanza elevato, attorno al 3%, per poi salire oltre il 3,20% nella seconda fase. L’emissione potrebbe raccogliere tra i 5 e i 15 miliardi di euro.
Chi ha già investito in Btp Valore o Btp Futura potrebbe non avere un grande incentivo a vendere per passare al nuovo titolo, poiché perderebbe il premio fedeltà. Tuttavia, chi desidera allungare la durata dell’investimento potrebbe considerare l’opportunità. Con la progressiva riduzione dei tassi, i titoli a breve termine diventano meno interessanti, e il Btp Più potrebbe rappresentare una valida alternativa.
Btp Italia e Btp€i: il fattore inflazione
I Btp Italia, legati all’inflazione nazionale, e i Btp€i, indicizzati ai prezzi dell’Eurozona, meritano una valutazione a parte. Attualmente, la protezione dall’inflazione ha un costo relativamente contenuto. L’inflazione italiana è stata storicamente più bassa rispetto a quella europea. Tuttavia, i Btp Italia offrono un vantaggio: restituiscono il recupero dell’inflazione ogni sei mesi, mentre i Btp€i lo pagano tutto insieme alla scadenza.
Questa caratteristica rende i Btp Italia più adatti a chi desidera un flusso cedolare costante, mentre i Btp€i possono risultare interessanti per chi punta su una rivalutazione più consistente a lungo termine.
Diversificare resta la strategia vincente
Nonostante il contesto attuale sia più stabile rispetto agli anni passati, con lo spread tra Btp e Bund ai minimi degli ultimi 15 anni, la volatilità potrebbe tornare in futuro. Per questo motivo, la diversificazione rimane essenziale.
Un portafoglio ben bilanciato non dovrebbe avere più del 30-40% del capitale investito in titoli di Stato di un singolo Paese. In ogni caso, lo spazio per investire in obbligazioni italiane sembra ancora ampio per molti risparmiatori.
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