Rifugi, hangar e nuove strutture: cosa succede nella base militare cinese

La base militare aerea della Cina di Lhunze, a circa un centinaio di chilometri da Tawang, in India, si starebbe evolvendo in maniera tanto rapida quanto inaspettata

 Rifugi, hangar e nuove strutture: cosa succede nella base militare cinese
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Nelle ultime ore alcune immagini satellitari condivise da vari analisti militari hanno evidenziato una controversa vicenda che riguarda la Cina. La base aerea del Dragone di Lhunze, a circa un centinaio di chilometri da Tawang, in India, si starebbe evolvendo in maniera tanto rapida quanto inaspettata. In una foto condivisa da più esperti si nota come la struttura si trovi in fase di ammodernamento. Sono infatti spuntati nuovi rifugi e hangar, mentre i piazzali a disposizione dei mezzi sono stati ampliati presumibilmente in vista di un incremento del loro utilizzo. In ogni caso, la mossa della Cina ricalibrerà l'equilibrio tra Pechino e Delhi lungo la delicatissima LAC, la Linea di Controllo Effettivo, confine tra la Repubblica Popolare Cinese e l'India stabilitosi dopo la guerra sino-indiana del 1962, e che divide la regione autonoma cinese del Tibet dalle regioni indiane del Ladakh, dell'Arunachal Pradesh e del Himachal Pradesh.

Cosa succede tra Cina e India

Eppure nei giorni scorsi Cina e India si sono congratulati a vicenda per l'anniversario dei 75 anni di reciproche relazioni diplomatiche. In un messaggio rivolto al suo omologo indiano, il presidente cinese Xi Jinping ha spiegato che è giusto che "Cina e India siano partner di reciproco successo", abbracciando quello che ha definito il "tango drago-elefante". Dal canto suo Narendra Modi ha affermato che, in quanto due antiche civiltà, le due nazioni dovrebbero assumersi la responsabilità di promuovere la pace e lo sviluppo. Negli ultimi cinque anni, tuttavia, i rapporti sino-indiani sono stati alquanto turbolenti.

Il disgelo nei legami tra India e Cina dall'ottobre scorso non ha cambiato la natura o la portata dello spiegamento militare dei due Paesi lungo i rispettivi confini infuocati. Sia chiaro: i due giganti asiatici sono desiderosi di dare verso l'esterno un'impressione di cordialità nei legami bilaterali, ma i progressi sui dossier frontalieri sembrebbero però essere limitati. Il capo dell'esercito indiano, Upendra Dwivedi, ha descritto la situazione lungo la frontiera come "sensibile ma stabile", e dove prevale ancora un "grado" di stallo. Delhi ha riacquistato l'accesso alle aree sotto il suo controllo nel Ladakh, dove ai suoi soldati era stato impedito di pattugliare. Tuttavia, ha anche accettato di consentire all'Esercito Popolare di Liberazione (PLA) cinese i diritti di pattugliamento nell'area dello Yangtse e nella valle di Subansiri, nell'Arunachal Pradesh, a 2.000 miglia di distanza.

Confini di fuoco

Delhi e Pechino stanno dunque avvicinandosi diplomaticamente mentre, in ambito militare, continuano a rafforzarsi lungo il confine. In generale, ha riferito Foreign Policy, ci sono altri temi che irritano Modi. Possiamo citare il piano della Cina di costruire la diga idroelettrica più grande del mondo sul fiume Yarlung Zangbo, che sfocia in India come fiume Brahmaputra e che ha sollevato preoccupazioni a Nuova Delhi circa i potenziali impatti sul flusso d'acqua e sulla stabilità ecologica. Il Dragone ha inoltre dispiegato un nuovo grande radar phased array nella provincia dello Yunnan con una portata di oltre 3.000 miglia, in grado teoricamente di tracciare i test missilistici dell'India. Infine, Delhi sospettache la Cina stia anche costruendo un posto di sorveglianza nelle vicine isole Coco del Myanmar.

Nel frattempo l'India è concentrata sul Project 75, un piano grazie al quale Delhi intende rafforzarsi militarmente affidandosi a sottomarini d'attacco a propulsione nucleare.

Reuters ha scritto che Delhi ha approvato l'iter per costruire due di questi mezzi (spesa prevista: 5,4 miliardi di dollari), ai quali se ne dovranno aggiungere altri quattro. L'obiettivo: contrastare la crescente potenza navale della Cina nei mari dell'Asia, in primis nell'Oceano Indiano.

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