Hofstätter, il nuovo che avanza

Si profila il ricambio generazionale per l’azienda altoatesina dei Foradori. Da segnalare il nuovo Gewürztraminer Castello di Rechtenthal, il Barthenau Vigna Herbsthöfl che si aggiunge alle altre espressioni del Pinot Nero, e i vini senza alcol della linea Steinbock

Hofstaetter, Niklas e Martin Foradori
Hofstaetter, Niklas e Martin Foradori
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Il ricambio generazionale è un passaggio fatidico in ogni impresa, lo è ancora di più in quelle che hanno un legame naturale con le terra e il terroir, come sono le aziende vitivinicole. E’ stato per questo che mi ha fatto molto piacere conoscere colui che condurrà nei prossimi decenni una cantina che a me sta molto a cuore, Hofstätter: si tratta di Niklas Foradori, figlio di Martin, che l’ha guidata negli ultimi anni di grande crescita. Niklas mi è parso sveglio è concentrato, ha fatto già numerose esperienze in Italia e all’estero (in Mosella, in Sudafrica, nell’Oregon), pare avere le idee chiare anche se francamente non credo che Martin, classe 1970, abbia davvero intenzione di farsi da parte presto come mi ha annunciato.

Niklas è, con la sorella Emma, la quinta generazione di una famiglia che ha iniziato a fare vino con Josef e Maria Hofstätter nel 1907 e che è andata avanti nel corso dei decenni con Konrad e Luise Oberhofer, con Paolo Foradori e Sieglinde Oberhofer, e quindi con Martin, figlio di Paolo, e Beatrix. Nel frattempo l’azienda ha aumentato le sue ambizioni e si è ramificata. Oggi opera in tre diversi territori: in Alto Adige e in Trentino c’è J. Hofstätter e in Mosella/Saar c’è Dr Fischer, che produce un notevole Riesling Trocken. Ah, i vini più pregiati sono quelli prodotti solo da singola vigna, una caratteristica della cantina.

Hofstaetter, la vendemmia

Martin ha presentato Niklas a pochi esponenti della stampa nel corso di un pranzo milanese alla Terrazza Gallia che è stato anche l’occasione per fare il punto sulla produzione. Siamo partiti da un assaggio delle due etichette del progetto Steinbock Zero, che manifesta ancora una volta la propensione della cantina dei Foradori all’innovazione: si tratta infatti di vini analcolici, uno fermo e uno “sparkling”, che grazie a un moderno processo di vuoto a bassa temperatura, conservano gli aromi dell’uva, l’acidità e la mineralità che garantiscono un assaggio piacevole per chi voglia restare in forma o si trovi nell’impossibilità di assumere alcol.

Poi è spuntato nei calici un po’ di alcol. Dapprima con il Kolbenhof 2022, un elegante Gewürztraminer dalle vigne di Termeno, con una parte aromatica ben scolpita (litchi, mango, albicocche) ma non troppo prepotente. Un’altra espressione di Gewürztraminer è offerta dal nuovo Vigna Castello di Rechtenthal, di estrema raffinatezza.

Hofstaetter, una bottiglia di Barthenau
Hofstaetter, una bottiglia di Barthenau

Quindi ecco alcuni rossi, anzi alcuni Pinot Nero. Dapprima il Barthenau Vigna Sant’Urbano dell’annata 2020, affinato in piccole botti di rovere, elegante e con una notevole acidità e degli aromi che spaziano dalla piccola frutta rossa alle spezie e alla vaniglia. Un piccolo campione. Poi ecco il Barthenau Roccolo 2020, da un altro cru dell’area di Mazon, che affina dapprima in piccole botti di rovere per dodici mesi e poi, dopo l’assemblaggio, in una grande botte per sei mesi e quindi per altri dodici mesi in bottiglia e che è sontuoso e ricercato. Infine il Barthenau Vigna Herbsthöfl, il più alto (450 metri) e il più giovane (2022) dei tre ma con una personalità spiccata.

Il resto della carta dei vini Hofstätter comprende i monovitigni Chardonnay, Sauvignon, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Müller-Thurgau e il blend da Vite tra i bianchi altoatesini, e i monovitigni Schiava,

Lagrein, Merlot e ancora Pinot Nero, Cabernet e il blend Kirchegg tra i rossi, poi il rosé da Lagrein e Merlot. In Trentino sono prodotti il Pinot Nero Michei di Michei e i Trentodoc metodo classico Michei e Michei Riserva 1823.

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