
Cominciano a prendere forma i piani della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” per garantire la sicurezza dell’Ucraina una volta stipulata una tregua con la Russia. Secondo fonti diplomatiche e militari sentite da Bbc News, durante la riunione nella sede dello Stato maggiore britannico a Londra tra i delegati militari di oltre 20 Paesi, sarebbero state poste le basi per l’invio nella nazione invasa di un contingente composto da 20mila soldati e denominato Mfu (Multinational Force Ukraine).
L’operazione, al momento, è ancora tutta teorica e vedrebbe questi militari posizionati a difesa di città, porti e importanti infrastrutture energetiche nel resto del Paese, lontani dai territori occupati e non occupati in operazioni di peacekeeping in senso stretto, nel tentativo di superare il secco niet della Russia riguardo alla presenza di forze straniere in Ucraina. Un’altra possibilità messa sul tavolo è quella di un piano incentrato su quattro livelli di interposizione: al fronte, i caschi blu dell’Onu, provenienti da nazioni non europee, schierati nella zona demilitarizzata per osservare il rispetto della tregua; nel secondo anello, si posizionerebbero le forze ucraine; la terza linea sarebbe composta dal contingente dei volenterosi, magari al confine occidentale del Paese; il quarto livello, infine, sarebbe il backstop degli Stati Uniti.
Mettere le Nazioni Unite alla guida della missione è un’idea su cui sta lavorando anche il presidente francese Emmanuel Macron. Secondo quanto riportato dal Telegraph, il leader dell’Eliseo ha avanzato questa possibilità durante il Consiglio europeo. L’ipotesi, però, è stata immediatamente bocciata da Volodymyr Zelensky. “Con tutto il rispetto, l'Onu non ci proteggerebbe dall'invasione o dal desiderio di Putin di tornare. Non vediamo l'Onu come un'alternativa a un contingente o a garanzie di sicurezza", ha affermato, durante una conferenza stampa con il presidente ceco Petr Pavel.
Gli strateghi hanno anche discusso della possibilità di inviare Typhoon britannici in Ucraina per fornire copertura aerea alle truppe, della necessità di mantenere costante l’afflusso di informazioni d’intelligence dagli Usa, della difesa di Kiev tramite missili o jet, per mantenere i cieli sicuri durante il cessate il fuoco, e dell’invio nel Mar Nero di una task force navale, in modo da proteggere le rotte di navigazione.
Le incognite riguardo a come si svolgerà questa operazione, però, sono
ancora tante e sembra che tra i “volenterosi” vi siano molte divergenze. Prima tra tutte, l’annuncio fatto dall’Italia di contrarietà all’invio di soldati a meno che non vi sia un mandato delle Nazioni Unite.
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