
C’è chi dice che le lancette della storia siano tornate indietro di cento anni, a quel 1922 che fu l’inizio del Fascismo e del Ventennio. Addio libertà e democrazia. Ieri come oggi. Violenza e squadrismo. Ritorno a Ventotene. Balle, ovviamente. Anche perché, se proprio vogliamo fare l’elenco delle aggressioni, vediamo che a colpire sono principalmente i gruppi di sinistra. L’ultimo caso questa mattina all'Università di Pavia quando un militante di Azione Universitaria (il movimento legato a Fratelli d’Italia che fa politica negli atenei), e rappresentante degli Studenti del Dipartimento di Scienze Politiche e futuro candidato al CNSU, è stato brutalmente aggredito.
La cronaca è tanto semplice quando drammatica. Mentre si trovava all'interno del Dipartimento di Scienze Politiche presso la sede centrale dell'Ateneo, il ragazzo è stato prima avvicinato frontalmente da un individuo che gli ha bloccato una mano e, poi, gli ha sferrato un pugno in faccia. Successivamente un secondo soggetto lo ha sorpreso alle spalle immobilizzandolo e permettendo ad un altro aggressore di percuoterlo. “Sporco fascista”, gli hanno urlato mentre lo pestavano.
Secondo il ragazzo di Azione Universitaria, i suoi aggressori sarebbero partecipanti assidui di cortei pro-Palestina e vicini alle associazioni di sinistra all'interno dell'Ateneo.
“Angherie e aggressioni verbali ai danni dei nostri ragazzi sono una costante: adesso, dopo la violenza morale, alimentata da un sistema politico e culturale che soffia sul fuoco, torna la violenza fisica, riportando le lancette indietro negli anni ‘70. Ma è ancora più grave che ciò accada all’interno di un’Università. Chiediamo pertanto pubblicamente all’Ateneo, alle istituzioni competenti, a tutte le forze politiche di prendere una netta presa di posizione: davanti a studenti picchiati non si può rimanere in silenzio! Si valuti l'espulsione definitiva di qualsiasi movimento o gruppo che promuova, giustifichi o sia coinvolto in atti di violenza all'interno della comunità universitaria.
Per quanto altro ancora dovremo sopportare le angherie della violenza rossa, nel tacere del circuito mediatico? Da oggi, non staremo più in silenzio!”, ha detto Nicola D’Ambrosio, Presidente Nazionale di Azione Universitaria.È la violenza che torna. Ed ha il colore rosso.
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