
Lo ha ucciso dopo che quell'altro ha insistito facendogli la morale e dicendogli che doveva mettersi a lavorare, doveva mettere la testa a posto. Raffaele Mascia, 21 anni, sabato sera nel negozio del padre un forno in una panetteria pasticceria in piazzale Gambara, ha ammazzato con sei colpi di pistola calibro 38 un ucraino di 49 anni, ferendone gravemente un altro di 26.
I due erano nel negozio del padre di questo ragazzo che ha 72 anni, è di origine sarda e gestisce questa panetteria da circa 30 anni. I due ucraini erano lì insieme a una loro amica moldava di 49 anni, stavano bevendo e mangiando qualche pezzo di focaccia, era l’ora dell'aperitivo, le 18:30, quando il ragazzo che è figlio del fornaio ed è nato però da una sua relazione precedente al matrimonio che non si è concluso con un matrimonio ed è un ragazzo con grandi problemi, è stato gestito dal Tribunale dei Minori in passato, è andato in alcune comunità perché la madre non è mai stata presente come figura genitoriale e dentro e fuori dalle comunità a un certo punto il ragazzo è stato anche preso dalla polizia perché spacciava hashish, ma niente di più, ma precedenti sono anche piuttosto vecchi.
Questo è un ragazzo problematico a cui il padre aveva ricavato in un soppalco nel retro della panetteria uno spazio nel quale lui deteneva un'arma che è quella che poi ha usato per sparare. Tra l'altro ha detto alla polizia che non la ritroveranno mai. Non gli dice dove, però ha promesso che l'ha messa in un posto dove non potrà nuocere a nessuno. Un'arma, una katana, ma anche uno storditore elettrico, perché è molto legato alla legge della strada. Lui dice Mors tua vita mea, ha una mentalità battagliera, rabbiosa, ha fatto box, ha fatto Mma, è un ragazzo, appunto un po' problematico,La droga non c'entra praticamente niente con tutto questo e anche la sera in cui ha compiuto questo omicidio, non era sotto l'effetto della droga. Quando è entrato nel negozio del padre c'erano questi due ucraini alla moldava che stavano appunto bevendo e conversando. L'atmosfera era anche un po' alle grotta.
Gli ha dato molto fastidio di essere stato ripreso dall'ucraino. L'ucraino conosceva bene il padre perché era un un tapparellista che aveva lavorato anche a casa del padre di questo ragazzo, gli aveva sistemato le tapparelle.Per cui gli ha detto "Vieni a lavorare con con me, dai, è ora che lavori, che metti la testa a posto. Il ragazzo è andato di là, ha preso la pistola poi è ritornato nel negozio e dopo un minuto e mezzo, come emerge dal racconto della della moldava che poi è scappata via spaventata in preda al terrore, ha sparato questi sei colpi. Quattro hanno colpito la vittima e altri due invece il 26enne che come sappiamo ancora all'ospedale San Carlo pare che sia fuori pericolo di vita, però resta ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione.
Quindi il ragazzo è scappato e in questi giorni è stato aiutato anche dagli amici che non sono dei balordi, sono dei ragazzi per bene, sono dei ragazzi che però lo aiutavano. Lui dormiva un po' di qua, un po' di là, qualche volta dormiva nel retro del negozio del padre, ma dormiva anche un po' di qua, un po' di là.
Gli hanno dato una mano e sono stati loro che hanno fatto anche capire alla polizia che il ragazzo si voleva costituire. Lo hanno trovato, come sappiamo, lunedì sera in piazza Venini, proprio davanti al commissariato di Porta Genova e dove era lì da un po', tra lì e San Vittore voleva andarsi a costituire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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