"Temo lo porti in Siria". L'appello di una mamma per ritrovare il figlio sottratto dal padre

Moez Adin Youssef a settembre ha preso illegittimamente suo figlio dall'Italia per portarlo in Romania ma dopo l'ordine di rimpatrio ha fatto perdere le sue tracce

"Temo lo porti in Siria". L'appello di una mamma per ritrovare il figlio sottratto dal padre
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Sono tanti i bimbi contesi per i quali i genitori combattono battaglie silenziose. Tra questi c'è Arnaud, che oggi ha nove anni. Sua madre è Oana Iuliana Hancianu, 37enne originaria di Bucarest ma cittadina italiana, suo padre è Moez Adin Youssef, 32enne nato in Spagna ma con origini siriane, naturalizzato italiano. È lui che ha portato via il bambino lo scorso settembre dall'Italia per portarlo in Romania e fare poi perdere le sue tracce. All'inizio del mese, il tribunale di Bucarest ha stabilito per il bambino il rimpatrio in Italia ma Youssef si è rifiutato di consegnare il figlio agli agenti di polizia che hanno bussato alla porta di casa a Bucarest. Da quel momento di lui e del bambino non si sa più nulla. "Resta dove sei, non scappare. Le autorità italiane ti troveranno e ti riporteranno da me. Da settembre, da quando non ti ho più visto, il mio cuore batte solo per te. Resisti, presto saremo di nuovo insieme, ti amo con tutta la mia anima", è il messaggio che la donna spera arrivi al figlio.

La paura della donna che è che l'uomo possa recarsi in Siria, sempre che non sia già riuscito ad arrivare nel suo Paese di origine, da dove sarebbe più difficile recuperare il bambino per farlo tornare in Italia. Per altro, il piccolo Arnaud non ha nemmeno i documenti, perché quelli li ha sua madre pertanto, se l'uomo ha provato a intraprendere il viaggio verso la Siria, non si esclude l'abbia fatto con documenti falsi. La donna ora ha fatto rientro in Italia, per la precisione a San Donato Milanese dove vive regolarmene e ha sporto denuncia contro l'ex compagno e padre di suo figlio. È stato attivato il "codice giallo" per le persone scomparse e l'Interpol è già al lavoro per cercare di rintracciare il bambino. È una storia complicata quella che racconta l'agenzia Adknronos, che ha raccolto la testimonianza della donna, vittima di violenze da parte del padre di suo figlio.

A suo carico ci sarebbero diverse denunce e un'indagine per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Il pm ne ha chiesto il rinvio a giudizio è il siriano è stato rimosso anche dai documenti del figlio. Quando il 4 settembre gli agenti rumeni sono andati a casa dell'uomo a Bucarest per dare esecuzione all'ordinaza del giudice di rimpatriare il bambino in Italia, dopo mezz'ora di tentativi sono tornati indietro a mani vuote sostenendo che il bambino volesse restare lì. "La madre del minore lamenta il mancato intervento della Stazione di Polizia 20 e del Dgspc del Settore 6 di Bucarest nell'esecuzione della sentenza che ne disponeva il rimpatrio in Italia.

Se confermato, ciò solleverebbe serie preoccupazioni sulla capacità della Romania di rispettare gli obblighi della Convenzione dell'Aia sui minori sottratti", ha detto all'Adnkronos l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali Internazionali e direttore nazionale Osservatorio Mae.

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