Hamas, elenco dell'orrore: vivi solo 25 ostaggi su 33. Il video con Arbel Yehoud

Lista confermata da Israele. Tre rapiti saranno liberati giovedì, altri tre sabato

Hamas, elenco dell'orrore: vivi solo 25 ostaggi su 33. Il video con Arbel Yehoud
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Tra una tregua che regge anche se a fatica e il dramma umanitario dei civili nella Striscia di Gaza, ci sono decine di famiglie che continuano a vivere questo cessate il fuoco con il fiato sospeso. Il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas è iniziato ma gli equilibri precari in campo lasciano ansia e paura in chi aspetta il ritorno dei propri cari a casa dopo mesi di angoscia. Proprio ieri Hamas ha consegnato ai mediatori un elenco che dimostrerebbe come 25 dei 33 ostaggi nella lista di quelli da liberare sono ancora vivi mentre per gli altri 8 non ci sono più speranze. Nel contempo, ufficializzata anche la road map delle liberazioni dei prossimi giorni con il solito macabro video, diffuso dalla Jihad islamica, che mostra Arbel Yehoud in vita a poche ore dal suo rilascio.

Arbel e Agam Berger, e un altro ostaggio di cui non è stato reso noto il nome, secondo i programmi comunicati dall'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu (che avrebbe già informato le famiglie delle vittime), saranno liberati giovedì. Altri tre invece, sabato. La speranza è che nell'elenco possano rientrare anche i fratellini Kfir e Ariel Bibas, i più piccoli tra i rapiti e di cui il gruppo estremista non ha dato notizie e la cui storia ha commosso e indignato il mondo intero. L'accordo che ha portato al cessate il fuoco prevedeva che 33 ostaggi israeliani fossero rilasciati nella prima fase, in cambio di circa 1.900 prigionieri palestinesi. A oggi sono stati rilasciati in sette, tutte donne: Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag sabato, e Romi Gonen, Doron Steinbrecher ed Emily Damari il fine settimana precedente. Ne mancano quindi 18, che dovrebbero tornare a breve a casa.

Arbel Yehoud, 29 anni, rapita il 7 ottobre dal kibbutz Nir Oz, già due volte sarebbe dovuta essere liberata. Il suo nome era nella lista ufficiosa delle prime liberate, poi scivolata nella seconda giornata di scambi ma ancora nulla. Questa volta dovrebbe essere quella buona. La Jihad islamica ieri l'ha mostrata in un video, probabilmente risalente a tre giorni fa, in cui rassicura la famiglia sulle sue condizioni salute e dice che spera di tornare presto a casa «come le altre ragazze». Nel video la giovane si rivolge anche a Netanyahu e a Trump «per garantire la continuazione del cessate il fuoco in modo che tutti i prigionieri possano tornare». Si tratterebbe della prova che la ragazza è ancora viva, dopo che lo stesso Netanyahu si era mosso in prima persona per lei, bloccando di fatto l'esodo dei palestinesi a Gaza per il suo mancato rilascio. Agam Berger, 20 anni, è invece una violinista, soldatessa quasi per caso: aveva iniziato il servizio militare nella base vicina al confine con Gaza il 5 ottobre 2023, due giorni prima dell'assalto di Hamas.

Intanto emergono ulteriori dettagli riguardo le sette donne già liberate. «Non sono in buone condizioni di salute», informa Israele e il motivo sarebbe spiegato proprio dalle modalità di detenzione. Gli ostaggi sarebbero stati nascosti da Hamas nei tunnel per otto mesi consecutivi, privati della luce del giorno, con contatti umani scarsi o addirittura inesistenti e curati malamente dopo le ferite del 7 ottobre. Lo ha riferito dal vice capo del corpo medico dell'esercito israeliano Avi Banov.

Il trattamento riservato agli ostaggi è invece migliorato solo nei giorni prima del rilascio perché per Hamas la propaganda vale più della vita delle persone. E sulla pelle degli ostaggi continua un macabro e cinico gioco del terrore.

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