Tanti assalti, zero gol. La sinistra è inchiodata

Inefficaci tutte le "trappole" contro la Meloni. I sondaggi certificano: opposizione perdente

Tanti assalti, zero gol. La sinistra è inchiodata
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Almasri, Albania, Santanché. La strada del governo, negli ultimi giorni, sembra irta di difficoltà. Disseminata di trappole, che avrebbero dovuto rivelarsi un assist per un'opposizione che appariva avviluppata in discussioni ombelicali sulle geometrie variabili delle alleanze, alla ricerca di un federatore in grado di compattare centro liberal, sinistra e post-grillini. Eppure, i numeri non restituiscono l'indicazione di uno stravolgimento del quadro politico. Anzi, Fratelli d'Italia mostra ancora il segno più. Sullo sfondo, prosegue il dibattito nel fronte progressista, con il M5s sempre tentato dall'allontanamento nei confronti del Pd e le correnti dem che ricercano un'alternativa alla leadership di Schlein.

Il sondaggio Ipsos pubblicato ieri sul Corriere della Sera, al 30 gennaio, certifica una crescita di FdI e un aumento del gradimento per Giorgia Meloni, proprio due giorni dopo la notizia di un'indagine a carico della premier, dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano per la vicenda del rimpatrio del generale libico Almasri.

Per quanto riguarda i partiti, Fratelli d'Italia cresce di 0,2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione del 20 dicembre 2024, attestandosi al 27,8%. Il livello di gradimento per Meloni sale al 43% dei voti espressi, un punto in più rispetto al 42% di tredici giorni fa, appena prima delle festività natalizie. Stabile, invece, al 41% il consenso per l'interno governo. Tra le forze politiche che sostengono l'esecutivo cresce dello 0,4% Forza Italia, che torna appaiata alla Lega all'8,5%.

Nel centrosinistra, secondo l'istituto di Nando Pagnoncelli, il Pd ha un leggero effetto di rimbalzo, con un + 0,3% (22,8%) rispetto a dicembre ma resta comunque distante da FdI di cinque lunghezze e tutto lo schieramento progressista risente dell'effetto di travaso tra i partiti dell'opposizione. Infatti, a fronte dell'aumento dei dem, si registra un calo del M5s. Stretto tra Schlein e il duo Bonelli-Fratoianni, Giuseppe Conte fa fatica a imporsi all'interno del campo largo e perde lo 0,8%, annaspando al 12,5%. Sulle performance dei pentastellati influiscono anche le scorie della guerra tra Conte e Beppe Grillo. Sia Schlein sia l'ex premier calano nell'indice di gradimento individuale. Entrambi al 25%, la prima perde due punti dal 20 dicembre, mentre il secondo un punto.

Insomma, il dato che balza all'occhio è l'impermeabilità del consenso della premier alle inchieste e l'incapacità delle varie forze di opposizione di costruire un'alternativa percepita come credibile dagli elettori. Nel frattempo, il Pd - anche alla luce dei dati deludenti del M5s - teme fughe in solitaria da parte di Conte, che, secondo i boatos, difficilmente sottoscriverà un patto di coalizione con i dem. Rientra in questo scenario l'appello lanciato da Dario Franceschini in un'intervista a Repubblica del 24 gennaio. Un «marciare divisi per colpire uniti» che, però, non scalda i cuori dell'elettorato e ha lasciato fredda Schlein.

Le indicazioni sul consenso sono speculari a quelle della supermedia di Youtrend per Agi, rilanciata da Meloni venerdì sui social. Secondo questa rilevazione del 30 gennaio, FdI è al 30,1%. Un balzo di mezzo punto rispetto al 16 gennaio. Nonostante il caso Almasri, con l'opposizione che ha sprecato l'assist.

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