L'insostenibile leggerezza dell'essere l'Ad della Serie A

Dall’inizio del nuovo campionato non c’è partita importante, Supercoppa compresa, che le telecamere vadano alla ricerca sulle tribune di nomi Vip

L'insostenibile leggerezza dell'essere l'Ad della Serie A
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Il calcio è fatto di tradizioni e per fortuna anche noi ne abbiamo sempre di nuove. Per esempio: dall’inizio del nuovo campionato non c’è partita importante, Supercoppa compresa, che le telecamere vadano alla ricerca sulle tribune di nomi Vip, soprattutto uno in verità. Perché solo a lui, proprio a lui, viene pure riservata la didascalia di spiegazione, sia mai che i telespettatori possano dimenticarsi il perché sono lì davanti alla Tv.

Insomma, noi umani ingenui non capiamo perché Luigi De Siervo, “amministratore delegato della Lega di Serie A”, debba essere omaggiato ogni volta dell’inquadratura con tanto di spiegazione. Anche perché, poveraccio, a volte viene catturato in momenti della partita nei quali probabilmente vorrebbe farsi gli affari suoi. È successo anche ieri, durante il derby: il regista lo ha immancabilmente centrato quando il pathos dell’incontro lo faceva sobbalzare sul seggiolino. E immaginate la situazione, per uno che – per lavoro – deve tifare per tutte le 20 squadre del campionato. Una faticaccia settimanale.

Per questo forse De Siervo, conosciuto come manager capace (e lo deve senz’altro essere visto che riesce a sopravvivere tra 20 presidenti che riescono a litigare su tutto, neanche fossero in una riunione di condominio), viene premiato ogni volta come un “man of the match”, e frequentando il calcio da un po’ diciamo pure che sottoscriviamo.

Anche il regista – anche lui della Lega di Serie A, che produce in toto le immagini – lo sottoscrive con tanto di scritta, per cui possiamo stare tranquilli: finché c’è va tutto bene. Per cui, caro Dottor De Siervo, è grazie a lui che la salutiamo sicuri di rivederLa. E tradizione per tradizione, lo facciamo come si diceva a Venezia una volta: de siervo suo.

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