
Fuori due, e questa fa davvero male perché l'Atalanta, in fondo, è stata più vittima dei suoi guai che del Bruges. D'altronde la Champions, diceva qualcuno, è una questione di dettagli, e quelli della Dea sono stati più neri che azzurri, in campo e fuori. Per esempio: al 47' del primo tempo l'Atalanta è sotto di due reti, trova finalmente un varco disperato, in 15 secondi prende due pali aggiungendo un salvataggio sulla linea, e il fatto è che sul ribaltamento il Bruges fa 3-0. Serve altro? Insomma: l'Europa della Dea finisce qui, ma di una partita che non c'è stata non si può dire altro che arrivare alla fase finale con l'infermeria che sembra un Pronto Soccorso nell'ora di punta non aiuta poi a trovare un colpevole.
Altro dettaglio: Hien, l'ultimo infortunato della serie che si è aggiunto giusto alla vigilia del match, sarebbe stato perfetto per fermare il duo avanzato del belgi, ma già dopo 3 minuti Jutglà e Talbi fanno il primo danno in un inaspettato vuoto nella difesa bergamasca. Mancava lui, insomma, e le mani in tasca con cui Gasperini accoglie il gol preso in contropiede, non sono indifferenza, ma quasi rassegnazione anticipata. L'Atalanta, dunque, nel primo tempo è stata quella che non lo era: troppo disordine, quasi mai pericolosa (oltre all'azione di cui sopra c'è stato solo un gol in fuorigioco di Retegui), incredibilmente soggiogata da un avversario ordinato e che ha saputo sfruttare l'unica arma che aveva segnando tre volte quasi in fotocopia. In tutte le azioni c'è di mezzo Jutglà (assist, tiro parato per la doppietta in ribattuta di Talbi, staffilata in proprio nell'angolino), mentre le stelle della Dea stanno a guardare, in campo e in panchina. Dove siede Lookman, sconsolato e intabarrato in attesa di un utilizzo che arriverà disperatamente nella ripresa. Meno male che il pubblico di casa capisce tutto, continuando a incitare i suoi. E quando Gasp getta nella lotta Lookman diventa un'altra partita: il nigeriano segna subito (su assist di Zappacosta) e al 15' ha la grande occasione di riaprire il match su rigore. Mignolet però comincia il suo personalissimo show, e i sogni di riaprire il match muoiono all'alba.
Finisce dunque (male, e con Toloi espulso per reazione isterica) l'assalto finale, e il
problema - oltre all'eliminazione - è che vincere in casa per la Dea sta diventando un'eccezione (nel 2025 in campionato non è ancora successo). Resta comunque un altro sogno: ma anche uno scudetto ha bisogno dei dettagli gusti.
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