Juve, l'incubo Motta. Fiducia a scadenza aspettando Mancini

Giuntoli e Scanavino chiedono la svolta. Decide il Genoa. Yildiz, l'agente è un giallo

Juve, l'incubo Motta. Fiducia a scadenza aspettando Mancini
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In una Torino soleggiata e circondata da montagne innevate, quel che resta della Juventus è ripartito ieri quasi come se nulla fosse successo: allenamento di scarico e null'altro, ma si è cercato di tenere la spina attaccata. Obbligatoriamente, visto che mancano ancora nove partite al termine del campionato e il quarto posto è tutto da conquistare: oggi il menù sarà replicato e Thiago Motta sarà ancora al suo posto. La conferma ricevuta da Giuntoli dopo il traumatico ko di Firenze non è stata insomma (per il momento?) una frase buttata lì: il tecnico italo-brasiliano siederà ancora sulla panchina bianconera alla ripresa del campionato, contro il Genoa il prossimo 29 marzo. Poi, certo, se anche in quell'occasione si verificherà un rovescio, dirigenza e proprietà prenderanno atto che il giocattolo si è irreparabilmente rotto. Quasi certamente lo è già adesso, però si è scelto di provare ancora una volta a raccogliere i pezzi e a rimetterli insieme: partiti 13 nazionali e con anche diversi assenti causa infortunio, un avvicendamento tecnico immediato avrebbe avuto poco senso. Meglio si fa per dire concedere un'ultima prova d'appello e vedere cosa ne salterà fuori: saranno giorni pesanti, pieni di colloqui e di chiacchiere in attesa di tornare in campo.

Ieri, il primo assaggio con un lungo faccia a faccia tra la dirigenza e lo stesso Motta: si cercano una nuova sintesi e una ripartenza difficile ma non impossibile, a patto che il tecnico si dimostri meno inflessibile e più empatico con il gruppo o almeno parte di esso. Servirà fare quadrato, come si dice, pur essendo sostanzialmente chiaro a tutti che Motta non sarà l'allenatore bianconero nella prossima stagione: siccome però da queste parti non si è usi a cambi in corsa e ci sono anche conti economici da tenere in ordine, ci si dà altre due settimane di tempo. Con la figura di Roberto Mancini che all'orizzonte è la più nitida nella corsa alla panchina della Signora che verrà: più lui di Gasperini, ma anche di Conte e Pioli.

Insomma: di qui a qualche mese i bianconeri andranno incontro a una nuova rifondazione tecnica, senza nemmeno escluderne una dirigenziale. Perché se è vero che Motta ha le sue colpe, non si può nemmeno assolvere del tutto Giuntoli, il cui operato sul mercato si è rivelato fallimentare al pari della gestione dell'intera annata.

Se possibile, anzi, gli acquisti di gennaio hanno ancor più peggiorato la situazione, al netto dell'impatto positivo regalato da Kolo Muani ma durato poche settimane: sotto esame ci è insomma finito anche l'ex direttore generale del Napoli, sbarcato a Torino nell'estate 2023 sulla base di un accordo quinquennale. E si aggiunge il giallo del cambio di agente di Yildiz nell'orbita Jorge Mendes, che la famiglia del turco non avrebbe preso per nulla bene. Più ancora delle incomprensibili panchine del numero 10.

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