"Se vogliamo che vinca per 15 anni dobbiamo lasciarlo un po' in pace"

Il numero 1 della Federtennis Angelo Binaghi: "Con Meloni e Mattarella è l'italiano più famoso al mondo"

"Se vogliamo che vinca per 15 anni dobbiamo lasciarlo un po' in pace"
00:00 00:00

Angelo Binaghi si aspettava una vigilia diversa in vista dell'incontro al Quirinale di oggi, però incassa con aplomb: «Tra Mattarella e Sinner non posso scegliere: diciamo che resto super partes». Il presidente della Fitp è appena tornato da Melbourne, «è stato diverso rispetto a un anno fa: allora Jannik era l'emergente, quest'anno il favorito numero uno».

I momenti più difficili?

«Beh, con Rune Jannik aveva quasi perso. Ed anche con Shelton ci sono stati momenti duri. Poi, invece...».

Si aspettava una finale così?

«Certo che no. Io mi aspettavo che ci arrivasse, il tabellone era favorevole. Poi però mi sono meravigliato ancora una volta di quello che è riuscito a fare: sta lasciando tutti a bocca aperta, consiglio di non scommettere mai contro di lui».

Obbiettivo Grande Slam: non è un po' presto parlarne?

«D'altro canto quando uno raggiunge questi risultati, con una forza schiacciante e una volontà di migliorarsi sempre a 23 anni, chi gli si può opporre? Ora deve capire meglio la terra, ma l'obbiettivo non può che essere quello. Siamo già al punto che dobbiamo indovinare quanti Slam vincerà in carriera».

Il match con Rune dimostra però che talvolta il suo meccanismo perfetto si inceppa.

«Guardi, le dico io i motivi: è un ragazzo di 23 anni che deve poter vivere la vita di quell'età, con cazzeggi, tempo perso, innamoramenti, delusioni. Tutto però mal si concilia con la carriera del campione del mondo sempre al top che tutti vogliono battere».

E quindi...

«Questo crea contraccolpi di tipo fisico come fu a Wimbledon. Quella volta però c'era Medvedev, ora per fortuna uno come Rune che s'è messo ad accelerare gli scambi e a dargli pure una pausa uscendo dal campo per farlo riposare di più. Così l'abbiamo risolta, però le cause sono le stesse».

Come rimediare?

«Tocca a noi. Chi gli vuole bene deve cercare di lasciarlo un po' in pace, se vogliamo farlo vincere 15 anni di fila. Per fortuna è protetto molto bene da team e famiglia: non può più vivere, è l'italiano più conosciuto al mondo, probabilmente con Meloni e Mattarella. Deve sorridere, rispondere a tutte le stupidate, fare passerelle, interviste, conferenze stampa: ma che vita è? Facciamo un po' di sacrificio anche noi».

Non è una macchina...

«Dobbiamo mettere in conto che ogni tanto sbaglierà, tennisticamente parlando: aiutiamolo a sbagliare di meno».

Eppoi c'è il clima intorno per il caso Clostebol.

«È evidente che ci sono frustrati che non sono riusciti a gestire la cosa come lui, tipo Jarry. Poi gente ingiudicabile come Shapovalov e Kyrgios, e i furbacchioni come Djokovic, che tiene il piede in due scarpe perché vuole far funzionare il suo sindacato. Ma se ex campioni come la Navratilova e Mc Enroe dicono che è tutta una follia, il loro parere autorevole aiuterà».

Come finirà?

«Mi stupirei finisse male».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica