Milan, buona la terza?

Ultima chance per centrare gli ottavi di Champions dopo i due flop a Zagabria e Rotterdam

Milan, buona la terza?
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È la terza e ultima occasione per Sergio Conceiçao e il suo Milan. È la terza e ultima occasione per acciuffare, saltando sull'ultimo vagone libero, il treno degli ottavi della Champions league, da sempre la coppa preferita. Le altre due sono state sprecate malamente. La prima a Zagabria, scandita da un paio di sciagurati errori: lo scarabocchio di Gabbia sul primo gol della Dinamo, e il secondo giallo guadagnato da Musah. La seconda è recentissima, mercoledì scorso a Rotterdam dove dopo meno di 3 minuti Maignan regalò agli olandesi un inatteso gol «bucando» un banale intervento riparatore sul proprio palo. Stasera a San Siro c'è una sorta di terzo tempo per superare il quale serviranno due gol di scarto rispetto al Feyenoord che parte così col vento alle spalle. «È come una finale» la definizione scelta ieri da Zlatan Ibrahimovic, non proprio un inedito ma che testimonia la fondamentale importanza del successo. Ha un valore doppio: finanziario per l'incasso del premio (11 milioni di euro, mica noccioline) e tecnico perché consente di andare incontro a una sfida di grande suggestione (derby con l'Inter o Arsenal). Il Milan l'ha preparata riguardando lo scempio della sfida di andata: schieramento ultra offensivo (per la squalifica di Musah), poche occasioni da gol costruite sotto l'ansia da prestazione, Gimenez bloccato emotivamente dal cumulo di tensioni.

Questa è un'altra storia, un'altra partita e probabilmente anche un altro piano partita preparato da Sergio Conceiçao reduce da un blitz a Oporto per dare l'estremo saluto al suo presidente-papà Pinto da Costa. Per riuscire nell'impresa c'è bisogno del miglior Milan possibile, forse anche della pazienza dimostrata nell'ultimo tratto della sfida contro il Verona quando una combinazione a tre con Jimenez, Leao e Gimenez ha contribuito a inchiodare l'uno a zero finale. «Prenderemo l'energia dallo stadio» é la chiave di lettura di Ibra che ha rassicurato sui prossimi contratti (Maignan, Theo e Reijnders) e raccomandato ai suoi di essere «concentrati, aggressivi e concreti». Forse è questa la vera qualità da aggiungere a questo Milan che a dispetto dei rinforzi offensivi arrivati durante il mercato di gennaio è ottavo come attacco e terzo per i gol incassati. È probabile che uno dei 4 tenori (Pulisic) rimanga in panchina per assicurarsi un eventuale ricambio nella ripresa rispetto a Joao Felix, Gimenez e Leao del trio.

«Tutti i giorni parliamo con allenatore e giocatori per tirare fuori la mentalità vincente ma non possiamo sempre ripeterlo» è la riflessione di Ibrahimovic sempre più coinvolto nel nuovo ruolo. Il Feyenoord non dispone del meglio della sua rosa ma per quel gruppo non sembra un problema: all'andata riuscirono a piegare il Milan con un allenatore arrivato da poche ore a sostituire il collega esonerato.

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