
Alla fine non c'è volata, ma una sfilata tra tre tenori uno in fila all'altro che riescono a suonarle e suonarsele come pochi. Tre giganti o titani che dir si voglia. Tre primattori, di prima grandezza, come Pogacar, Van derPoel e il nostro Ganna, anche se poi a sfilare per primo è solo uno: Mathieu Van der Poel, che a 30anni si prende la soddisfazione di bissare il successo di due anni fa (un bis mancava da 15 anni, ndr), aggiungendo una Monumento nel suo immenso palmares.
Con quella di ieri sono 7 (due Sanremo, tre Fiandre, due Roubaix, ndr), il settimo sigillo dell'olandese volante, del predestinato, dell'uomo dei mondiali, che fa una corsa spaziale e spegne ancora una volta le velleità e le ambizioni del cannibale del Terzo Millennio, Tadej Pogacar, che per il secondo anno consecutivo deve accontentarsi di un 3° posto.
Secondo è un immenso Filippo Ganna, che ha tutto per giocarsela e se la gioca da par suo con questi due mostri del pedale. Tadej Pogacar ha il grande merito di illuminare la corsa e di farla esplodere come nessuno sulla Cipressa, attaccando con progressioni mozzafiato (record di scalata, 9', ndr). Ha solo un problema: non riesce a fare il vuoto come è solito fare, alla faccia di chi sostiene che banalizza tutto, che è ingiocabile e via discorrendo. La verità è che Pogacar è battibile, ma bisogna essere alla sua altezza. Il risultato finale è un podio strepitoso, che trasuda di titoli: 7 Monumento per l'olandese, 7 per lo sloveno che ha anche Tour e Giri e poi il nostro Pippo Ganna, che qualche titolo mondiale e oro olimpico in bacheca ce l'ha anche lui. «Corsa incredibile dice l'olandese - non ricordo da quanto non si attaccava da così lontano. Pogi ha fatto il suo gioco, ma io gli sono sempre rimasto a ruota senza difficoltà».
Tutto bene fa anche Filippo Ganna, che torna a casa sereno, con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile. «Quei due mi hanno fatto perdere più anni di vita che in ogni altra corsa, però ho perso da uno che di classiche vinte ne ha più delle dita di una mano», le parole dell'azzurro.
«Le gambe giravano bene, ma forse non ho raggiunto il mio picco, ci riproverò ancora l'anno prossimo assicura Pogacar -.
Chiaro che per le mie caratteristiche sarebbe ideale un Poggio lungo 5 chilometri al 10% dipendenza, ma non puoi mica fare magie per cambiare un territorio e una classica Monumento così bella!». Un festival olandese a Sanremo. Primi tra gli uomini con Van der Poel, primi tra le donne con Lorena Wiebes che supera allo sprint la connazionale Marianne Vos.Prima delle azzurre? Elisa Balsamo, ottava.
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