Far nascere un figlio senza padre: libertà o egoismo?

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Far nascere un figlio senza padre: libertà o egoismo?
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La storia di Erika, sedicente ragazza madre, mi ha lacerato l’anima e leggendo questa mia mail, gentilissima dottoressa Braghieri, capirà il perché. Erica spiega di essere diventata madre usando un seme maschile di una banca dati all’estero dopo essere stata abbandonata dopo dieci anni dal proprio ragazzo. Lei, dottoressa, ha apprezzato che i lettori si rispondano a distanza offrendo visuali e soluzioni differenti. Ecco vorrei rispondere a Erica. Le vorrei raccontare una storia che qualche anno fa ha drammaticamente coinvolto la mia famiglia. Mio fratello 19enne e la ragazza 16enne di ritorno da un week-end ebbero un violento incidente. Entrambi in coma vennero ricoverati in ospedale. Purtroppo mio fratello non ce la fece. La ragazza in ospedale dopo qualche settimana uscì dal coma e... scoprì di aspettare un bambino. Volle tenere quella nuova creatura anche come ultimo definitivo ricordo di mio fratello. Ha avuto il supporto della mia famiglia e anche della sua. Quella che io considero a tutti gli effetti mia cognata (e i miei genitori considerano una nuora) è davvero una ragazza-madre perché rimboccandosi le maniche ha cresciuto un ragazzino speciale e sfortunato perché nato senza padre. Ma per una tragica congettura del fato! Ora la mia mancata cognata si è fatta giustamente una nuova vita e siamo tutti felici che il marito ami mio nipote come suo figlio naturale! Ben diverso il caso di Giulio il cui padre sarà ignoto per decisione della mamma Erica! Ecco perché ho trovato più corretta la denominazione «madre single» usata nel titolo! Mi perdoni questo sfogo ma come potrà capire la questione mi tocca da vicino.
Uno zio affettuoso

La ringrazio tanto per aver condiviso con noi, e soprattutto con Erika, la sua storia che è piena di morte e di vita al tempo stesso e che, ovviamente, non esige alcuna risposta. Siete stati bravi tutti: la sua mancata cognata (amorevole, coraggiosa e generosissima) lei e i suoi genitori.

Credo che per voi sia stato persino più «facile» starle accanto che non accogliere oggi, con gioia, la sua nuova vita che è la cosa migliore per tutti ma immagino non sia in ogni caso semplice per chi ricuce ogni giorno, come voi la memoria di suo fratello. Non posso che augurare a Erika di trovare la stessa vicinanza dalla sua famiglia e, come la sua mancata cognata, la nuova vita che merita assieme al suo bambino.

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