Sonia Bedeschi

Foto profilo di Sonia Bedeschi

Nata a Tortona, dove tutti conoscono almeno una persona, classe 1983, fiera di aver frequentato le scuole dei Salesiani. Cresciuta a suon di danza, musica e ravioli. Qualcuno mi voleva medico, altri avvocato. Invece ho fatto esattamente l'opposto. Curiosa da sempre, vivace dalla nascita e piena di energia nel dna, ho intrapreso il giornalismo per pura passione e perché mi piace l'idea di svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi riserverà la giornata. Ma grazie a tenacia, creatività  e un pizzico di incoscienza, la notizia non manca mai. Ho iniziato a collaborare nelle televisioni piemontesi e lombarde circa dieci anni fa dove ho capito di essere tagliata per la telecamera, il microfono e l'ascolto per la gente. Hanno cercato in tutti i modi di ostacolarmi chiedendomi se volessi fare la showgirl o la giornalista, ma lo dicevano perché ero "scomoda"!.Bene, ora vi dico come la penso: quando il giornalista incarna le doti dell'artista può solo dare valore aggiunto a tutto quello che fa. Questa e' la chiave che fa la differenza. Nella redazione del IlGiornale.it realizzo reportage, video-inchieste di cronaca e politica con qualche "fuori-pista" dove intervisto personaggi dello spettacolo e figure controverse. Una veste poliedrica che sto affinando con gli anni.

Gianluca, agricoltore veneto che ha deciso di crearsi una piantagione di canapa tessile di ben 600 metri. Ha tutte le carte in regola, ha studiato le proprietà della canapa tessile e ora spiega di fronte alle telecamere de IlGiornale.it quali sono i benefici: farina, olio, latte vegetale, idrocarburi e profumi. Un'idea che può diventare un business.

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Gianluca, l'agricoltore che coltiva la canapa tessile

Contattiamo la Prefettura di Pavia per capire esattamente la situazione circa l'arrivo dei profughi. Gli arrivi sono consistenti e le strutture per accoglierli scarseggiano. Il sindaco di Varzi, Gianfranco Alberti, ci spiega come si è organizzato il Comune, come hanno reagito i varzesi e il "patto del volontariato" affinchè gli immigrati vengano inseriti nei lavori socialmente utili. Gratuitamente.

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Le risposte del sindaco di Varzi e della Prefettura di Pavia

Varzi, località di villeggiatura nota per l'ottimo salame crudo, da fine febbraio ospita 25 profughi. Tutti alloggiano nell'unico albergo del paese. Ecco il racconto dell'albergatore, proprietario dell'Hotel Corona. "Decine di albergatori pavesi fanno a gara per accoglierli"

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Varzi accoglie i profughi

Toni Iwobi dialoga con immigrati e profughi e scopre realtà davvero squallide e vergognose, guardate in queste immagini come vivono distesi sui prati in Porta Venezia, mangiando pane e acqua. "La colpa è del governo italiano, dell'Europa e di tutte le organizzazoni internazionale che fanno business con l'immigrazione!".

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Toni Iwobi: "L'immigrazione è un business per Renzi, l'Europa e l'Onu!"

Toni Iwobi, Responsabile immigrazione della Lega Nord, organizza un sopralluogo in zona Porta Venezia, a Milano. Furioso per lo scenario e i racconti degli immigrati si scatena contro il governo italiano e dice: "Stanno creando un mostro sociale futuro!".

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Milano.Toni Iwobi parla con gli immigrati accampati in Porta Venezia

Milano. In via Rubattino, esattamente sotto la tangenziale, vivono circa 25 famiglie rom. I mariti e padri di famiglia raccontano il trattamento che le coop italiane gli riservano sul lavoro. Ma se da una parte si lamentano, dall'altra continuano con la politica del "tutto è dovuto".

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Così le cooperative ingaggiano i rom

Milano, via Marcinelle. L'area privata di proprietà della BMP è occupata abusivamente da una quarantina di rom, tra cui anche bambini. Riusciamo a parlare con un ragazzo rumeno di 32 anni che ci racconta di lavorare, in nero, per una cooperativa italiana. Monta palchi e palcoscenici per gli spettacoli a San Siro. Di giorno lavora, di notte ritorna insieme alla sua famiglia nel degrado più totale in mezzo all'immondizia e ai rifiuti.

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I rumeni abusivi che lavorano per le coop a San Siro

Dopo l'arrivo della pattuglia della Polizia di Stato ci avviciniamo al vagone dove dormono due clandestini. Un agente li sveglia. Un marocchino e un algerino, clandestini entrambi, senza documenti, in pessime condizioni fisiche. Il marocchino è clandestino in Italia dal 2001. Ecco il loro traumatico risveglio. Dopo un rapido controllo perdiamo le tracce.

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L'incontro con i clandestini che vivono nei vagoni abbandonati

I dipendenti delle Ferrovie dello Stato che lavorano all'interno della rimessa ferroviaria si sfogano : "Questa è terra di nessuno". Di notte c'è di tutto tra clandestini, rom, extracomunitari. I dipendenti si barricano negli uffici con la porta antipanico e non si azzardano ad avvicinarsi ai vagoni. Ascoltate la loro difficile convivenza tra furti, minacce e paure.

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La paura dei dipendenti delle Fs che convivono nella rimessa con i rom
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