Palmira

L'esercito lealista ha ripreso il controllo totale della cittadella di Palmira, da cui ha cacciato i militanti dello Stato islamico. Palmira era controllata dall'Isis dal maggio dell'anno scorso

Raffaello Binelli
Le truppe di Damasco riconquistano Palmira

C’è poco da esultare, perché la guerra è comunque una cosa schifosa. E c’è poco da gridar vittoria, perché la battaglia per estirpare l’Isis sarà ancora lunga e sanguinosa. Ma le notizie che arrivano da Palmira, la grande città e il grande sito archeologico occupati dall’Isis un anno fa e adesso sul punto di essere liberati dall’offensiva dell’esercito siriano appoggiato dall’aviazione russa, fanno tornare alla mente tutte le volte in cui ci siamo sentiti ripetere, in questi mesi, che l’intervento militare ordinato da Vladimir Putin non avrebbe fatto che complicare le cose, allungare la guerra, favorire l’Isis

Fulvio Scaglione
Palmira ci dice che Putin aveva ragione

Mentre gli europei combattono il Califfato con il gessetto, l'esercito siriano avanza armi in pugno verso l'antica città che potrebbe essere liberata in pochi mesi

Sebastiano Caputo
Alle porte di Palmira. Così Damasco vuole tagliare la testa al serpente

La Sicilia dista poche centinaia di chilometri da Tripoli e dalla Libia che è ormai in buona parte in mano all'isis. Ma forse dire che Palermo è giù in mano al Califfato islamico è un po' prematuro. Però, al parlamento inglese è di quello che parlano. Almeno stando alle parole pronunciate l'altra notte dal leader laburista Jeremy Corbyn nel corso della seduta che ha votato sì ai bombardamenti inglesi sulla Siria. Il leader laburista intendeva dire "Palmira", ma è arrivato lo scivolone su "Palermo". Video a cura di Agenzia Vista

Agenzia Vista
La gaffe di Corbyn: "L'Isis è a Palermo"

Esiste un traffico occulto che coinvolge Stato Islamico, compratori privati delle capitali del mondo dell’arte e gruppi organizzati della criminalità turca, i quali permetterebbero il transito verso l’Europa e gli Stati Uniti dei resti archeologici saccheggiati dai jihadisti in Siria e in Iraq. Così i "caschi blu della cultura" celebrati dal governo Renzi "difendono" i siti dai terroristi ma chiudono un occhio sul mercato nero dell'antiquariato gestito dall'Occidente

Sebastiano Caputo
Dietro alla furia iconoclasta dell'Isis un business da milioni di dollari
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