Taranto - Voleva andare via, sognava di mettersi alle spalle una vita scandita dai ritmi della provincia e il suo mito era il fratello proprio perché tempo fa aveva mollato tutto e si era trasferito a Milano: è il quadro venuto fuori dal test socio-affettivo al quale si era sottoposta l’anno scorso a scuola Sarah Scazzi, la quindicenne sparita ad Avetrana il 26 agosto in un pomeriggio assolato mentre andava dalla cugina per poi trascorrere una giornata al mare, un destino che si è trasformato in un mistero nel giro di una manciata di minuti e poche centinaia di metri.
Nel giorno dell’inizio del nuovo anno scolastico all’alberghiero di Maruggio, dove al primo banco della II A c’è un posto vuoto che annuncia l’angoscia in cui è sprofondata questa fetta della provincia di Taranto, nuovi particolari sulla personalità di Sara affiorano proprio dalla scuola: il preside, Maurizio Schirone, spiega infatti che dal test emergeva «una difficoltà a relazionarsi con la madre, e una certa aggressività nei suoi confronti».
«Sara aveva invece – prosegue l’insegnante – come modello di riferimento il fratello perché era da anni che aveva lasciato il paese di origine». Ma non è tutto, perché il preside racconta anche di un compito in classe di Sara; si trattava di improvvisarsi giornalisti e preparare un articolo su un tema libero e lei scrisse dell’omicidio di una donna: inizialmente veniva incolpato il figlio mentre in realtà il responsabile era il marito.
Adesso i temi, i test e i diari e i fogli appesi alle pareti della sua stanza sono all’esame degli investigatori che stanno tentando di ricostruire la personalità della ragazza: un’adolescente timida, riservata, segnata da una profonda malinconia che la spingeva a piangere improvvisamente, come raccontano a scuola.
Ma gli inquirenti scavano però anche nella vita virtuale della quindicenne, che aveva quattro profili Facebook: uno lo gestiva direttamente utilizzando lo pseudonimo Sarah Buffy, dal nome della ragazza «ammazza vampiri» di una serie televisiva americana; per navigare sul web la quindicenne usava il computer della biblioteca comunale di Avetrana: l’apparecchio è stato controllato dalla polizia postale ed è stato scoperto che quell’account risulta aperto tre giorni prima della scomparsa, quando lei era in vacanza a San Pancrazio Salentino, un paese vicino. Un altro lato oscuro da chiarire, così come vanno verificati alcuni contatti on line con persone dell’Est europeo.
Intanto le ricerche vanno avanti e in una vecchia masseria, in contrada Scaledda, è stata trovata la scritta: «Sara ti voglio bene»; là vicino c’erano i resti di un bivacco e la copia del quotidiano tarantino
«Il Corriere» del giorno con la data del 26 agosto. Ieri i carabinieri sono tornati a casa dei genitori, un rapido sopralluogo per tentare di raccogliere nuovi elementi utili almeno a stringere il cerchio delle ipotesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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