Milano - E' il 1976, Vallanzasca è uno dei latitanti più braccati d'Italia ma lui, il bandito dagli occhi azzurri, vola in Cile e si sistema tra gli spalti per vedere la Coppa Davis. "Renato Vallanzasca assistette
alla finale di Coppa Davis Cile-Italia nel 1976. Imbarcandosi da
Parigi sotto falso nome, andando a trattare con il regime cileno
una latitanza che poi non si concretizzò: possibile che nessuno
se ne accorse?". È quanto afferma Mario Campanella,
giornalista, portavoce del Pdl Calabria, che nel 2004 realizzò,
insieme a Maria Rita Parsi, una serie di interviste in carcere,
a Voghera, all’ex bandito dagli occhi azzurri.
Della finale della Davis si sta riparlando in occasione della
realizzazione di un film che il regista Mimmo Calopresti sta
girando su quell’impresa sportiva.
Trattative con le autorità cilene "Vallanzasca e la sua banda - sostiene Campanella - avevano
diversi miliardi di lire dell’epoca in tasca, frutto di
sequestri che si erano chiusi a cifre ben diverse da quelle
diffuse. Il regime cileno offrì loro una protezione, un ranch
intero in cambio dell’arrivo dei soldi a Santiago del Cile, ma
Vallanzasca mi disse che ebbe paura di essere successivamente
scaricato e non se ne fece nulla".
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