"Crescita sostenibile": quanto costa (e dove porta) il sogno green

La "crescita sostenibile" è l'obiettivo, il traguardo auspicato e ambito. È anche un sogno, che però ha un proprio costo. Il dibattito in corso all'evento per i 50 anni del Giornale

"Crescita sostenibile": quanto costa (e dove porta) il sogno green
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La "crescita sostenibile" è l'obiettivo, il traguardo auspicato e ambito. È anche un sogno, che però ha un proprio costo. Sostenibilità, economia circolare, energia e progresso sono i temi al centro del panel ora in scena all'evento per i 50 anni del Giornale. Lucia Leonessi, Direttore Generale di Confindustria Cisambiente, Marco Mari, Esperto Sviluppo Sostenibile, Tommaso Sabato, Amministratore Delegato di Acea Infrastructure e Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia si confronteranno sulla sfida della sostenibilità, intesa come occasione per migliorare e far crescere il Paese. Modera il panel la giornalista Hoara Borselli.

Hoara Borselli introduce il panel e la palla passa a Leonessi. "La direttiva europea è complessa, talvolta farraginosa, ha una scarsa messa a terra". Tomasi: "Se noi vediamo le proiezioni al 2050, la storia ci sengna che le rivoluzioni nel mondo del trasporto hanno bisogno minimo di un secolo. Oggi siamo nel 2024 e ci troviamo di fronte a una rivoluzione, ma per fare grandi trasformazioni occorre grande lungimiranza. Immaginare, come ha fatto l'Europa, che si potessero raggiungere obiettivi in 20-30 anni è impossibile. L'ideologia rischia di essere pericolosa perché si scontra poi con la realtà. Tra sei annni dovremmo dimezzare la nostra impronta carbonica, ma questo è impossibile. Per poter raggiungere traguardi così importanti serve una progettualità. Abbiamo bisogno di creare competenze industriali di lungo periodo. La mobilità sostenibile ha molte sfaccettature, la mobilità elettrica sarà una delle soluzioni. Pensare di arrivare a zero emissioni nel 2050 è difficile, la sfida della sostenibilità la vinciamo diventando leader. "Dobbiamo trovare il giusto compromesso tra ambiente e sviluppo", chiosa Borselli.

Mari: "Siamo condannati a gestire la complessità, c'è poco da fare. La neutralità tecnologica è un punto, il secondo si chiama sviluppo sostenibile. Sto diventando allergico al termine sostenibilità perché è privo di definizioni. Ognuno la intende come vuole. Lo sviluppo sostenibile avviene solo tenendo presente tre elementi: ambientali, sociali, economici. Competere sulla sola regola del prezzo significa subire dumping. Noi siamo più bravi, più capaci di dare risposte nella qualità progettuale, realizzativa: viene fuori che, sugli edifici, le fasce di punteggio più eccellenti sono nostre. Esiste un made in Italy che qualche volta non raccontiamo bene. Non abbiamo solo il fashion design".

Leonessi ancora: "Dobbiamo smettere di darci addosso, dobbiamo avere più fiducia nella nostra credibilità". A proposito di sviluppo sostenibile, interviene Sabato: "Aprire il rubinetto è un gesto semplice, ma dietro ci sono grandi infrastruttre che in Italia sono però obsolete, abbiamo quasi il 40% di perdite a livello nazionale. Si investe molto poco, bisogna recuperare e si può. A Roma abbiamo fatto partire quattro cantieri in tempi record per sistemare la rete bassa, entro fine anno speriamo di far partire un'opera da 1miliardo e mezzo fondamentale per l'industria e l'agricoltura. Sul riciclo abbiamo investito molto sul recupero delle acque industriali, di piattaforma, di falda: ci sono tecnologie incredibili. E poi sono importanti le persone con i loro comportamenti, noi abbiamo fatto formazione nel Lazio e nelle scuole per spiegare che c'è un costo nell'acqua e che va usata in modo intelligente". Mari: "Il concetto sostenibile applicato all'edilizia è cruciale, più del 14% dei consumi mondiali arriva dal consumo nei nostri edifici. Lavorare in un percorso in questo senso significa anche ridurre lo spreco di acqua. Questo combinato disposto di un lavoro immane di un'infrastruttura ci garantirebbe un risultato eccellente".

Tecnologia nelle autostrade del futuro. Tomasi: "Festeggiamo i 100 anni della prima autostrada del Paese, la Milano-laghi. Il problema delle tecnologie è che dobbiamo ammodernare una rete complessa, pur mantenendo un volume di traffico per lo sviluppo del Paese. Dobbiamo preservare un'infrastruttura che abbiamo, investendo molto, e poi immaginare le tecnologie del futuro per compiere questa transizione. Il digitale puà aiutarci: oggi possiamo fare una pianificazione di una coda e possiamo avvisare per tempo l'utente. In Italia prima ci diamo la regola e poi gli obiettivi, bisognerebbe fare il contrario. Gli operatori dovrebbero essere propositivi e la politica attenta: o coinvolgiamo le capacità migliori o non si raggiunge l'obiettivo".

Leonessi: "La sostenibilità fa parte anche quando puliamo i fossi e facciamo manutenzione, non è sempre colpa del cambiamento climatico. L'uomo in questo senso è al centro ed è responsabile di quel che succede. Possiamo fare tanto, mi auguro che lo faremo con entusiasmo come abbiamo fatto sino a ora".

Sabato testimonia l'impegno di Acea: "La strada è quella di investire molto negli impianti, poi stiamo investendo anche in imprese famigliari ad esempio nel riciclo della plastica per arrivare dal rifiuto alla materia prima secondaria. Il riciclo si può fare, è questione di investimenti e di know-how. Ci stiamo spingendo con cuore su grossi investimenti".

Conclude Mari sugli obiettivi nell'asset immobiliare: "L'Italia dovrebbe muoversi per tempo sui tavoli europei, per ragionare sulle direttive a monte. Dobbiamo portare le nostre eccellenze e le nostre unicità su quei tavoli per ragionare di obiettivi congrui. Non credo che filiere diverse possano operare in maniera distinta, un altro tema è quindi la capacità di integrare vari aspetti. E poi c'è la digitalizzazione, l'eco-digital è centrale e ha a che fare con le infrastrutture, noi siamo i più infrastrutturati d'Europa in questo ambito. Ma il digitale permea tutti noi, anche nell'edilizia. La frontiera più importante è il dato, perché questi sistemi sono portatori di dati; il tema gestionale si sposta nell'analisi, nella gestione e nell'ottimizzazione di questi dati".

Tomasi infine: "L'infrastruttura è il vero abilitatore

sociale, l'Italia cresce se ci sono infrastrutture. Dobbiamo riprendere questa sfida, possiamo ambire a essere traino, ma l'industria deve fare la propria parte. L'Ai però non ha visione né coraggio per sapere dove andare"

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