È in arrivo un'ondata di freddo anche a Milano tra domani e lunedì, anche se sembra scongiurato almeno il rischio neve. Il sindaco ieri ha lanciato un appello attraverso il suo podcast quotidiano: «Aiutateci a intervenire segnalando i senzatetto in difficoltà al numero 02.88447646». Il Comune «insieme a decine di associazioni» ha costruito una rete di servizi e strutture per accogliere chi non ha una casa «eppure circa 500 resistenti rifiutano ogni notte di essere accolti nei nostri centri, a volte purtroppo con esiti tragici» sottolinea Beppe Sala. Sono gli irriducibili della strada, e «non possiamo costringere nessuno ad accettare il posto letto, la scelta deve essere spontanea».
Sono 4.466 le persone che nel 2022 si sono rivolte al centro di via Sammartini, «in aumento consistente rispetto al 2021», homeless che hanno chiesto vestiti, supporto per i documenti, un letto, accesso alle docce pubbliche o ai servizi diurni. Il Comune ha costruito una rete di unità mobili (dai City Angels a Fondazione Arca) che insieme a una zuppa o una bevanda calda provano ad abbattere il muro e agganciare i clochard nei progetti di reinserimento. Ai mille posti letto in strutture aperte tutto l'anno si aggiunge dal 28 novembre il piano freddo, con posti nei mezzanini della Centrale o nei centri anziani. Proprio Sala segnala però un cortocircuito. Rispetto alle mille persone accolte normalmente se ne sono aggiunte quest'inverno circa altre 800 «sollecitate dal piano freddo», 500 delle quali non erano mai state «incrociate» prima dai servizi comunali, quindi «è anche un risultato frutto dell'opera di persuasione da parte degli operatori».
Ma dall'analisi dei flussi emerge che «una fetta importante delle persone accolte ha la residenza in altri Comuni, in inverno c'è un vero e proprio esodo verso la città che ovviamente offre più servizi». Ma ora, sottolinea, è «necessario allargare i confini degli interventi alla Città Metropolitana. Favorire le sinergie con i centri limitrofi può non solo aiutare ad alleggerire la pressione su Milano ma contribuire anche a concentrare gli interventi nei luoghi dove sono più necessari». Degli 800 clochard accolti dal 28 novembre, 130 sono sicuramente residenti in altri Comuni e 500 non hanno la residenza (caso molto comune tra i senza fissa dimora) ma molti di loro non vivono a Milano tutti l'anno, si riversano qui perchè «attratti» dai servizi.
«La città attira la povertà e respinge le giovani coppie e quello che una volta era il ceto medio - sostiene il consigliere FdI Matteo Forte -. Se i numeri del piano antifreddo in parte inorgogliscono la città, non si può non notare che la corsa ad aumentare ogni anno spesa e posti letto da destinare ai senzatetto ha prodotto un circolo vizioso: più poveri vengono a Milano anche da fuori città, perché questa offre più posti, più coperte e più pasti caldi per l'emergenza e basta.
Se si accosta il dato con i 3mila residenti in meno che Milano registra dal 2019, bisogna concludere che i residenti scappano per l'impennata dei prezzi. E 12 anni di giunte Pd hanno prodotto una città sempre più esclusiva».
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