"Abusi in classe, i professori e i genitori sono le prime sentinelle"

Alle elementari di via Vallagarina un maestro è accusato di aver molestato 8 alunni. Il dirigente provinciale: "Se è colpevole non avrà mai più una cattedra. Il docente è stato subito sospeso". Psicologo al lavoro per aiutare gli alunni

"Abusi in classe, i professori e i genitori sono le prime sentinelle"

Il maestro delle elementari milanese di via Vallagarina, accusato di pedofilia, è stato sospeso dal momento in cui è scoppiato lo scandalo. «Il caso è al vaglio del primo consiglio di disciplina da me presieduto – dice Antonio Lupacchino, nuovo dirigente scolastico provinciale –. Abbiamo ovviamente confermato la sospensione. Una vicenda amara per la scuola, che almeno siamo riusciti a fronteggiare tempestivamente: il protagonista è un insegnante poco più che trentenne, appena entrato in ruolo. Era nell’anno di prova...». Secondo Lupacchino questo caso dimostra l’importanza che la scuola ha nel contenere i rischi in cui gli studenti possono imbattersi, come appunto le «attenzioni» di un adulto, magari proprio del loro insegnante: «Di solito – dice il provveditore – parte proprio dalla scuola la denuncia di queste situazioni. Parte da un maestro o da un genitore, o dalla loro collaborazione. Prova che tra scuola e famiglia c’è un rapporto che funziona. Come è successo in questo caso». E ancora: «Del resto penso che lo stesso dirigente scolastico messo sotto accusa per non aver formalizzato la denuncia potrà dimostrare la sua buona fede: la denuncia non è scattata subito solo perché stava aspettando che i genitori gli mettessero per iscritto quel che stava succedendo».
Il maestro accusato di pedofilia ora è dunque sospeso. Per il futuro? «Non potrà più avere una cattedra – continua Antonio Lupacchino –. Un provvedimento definitivo potrà arrivare comunque solo quando la vicenda si concluderà davanti ai giudici. Del resto, di fronte a un reato così, non è pensabile che un maestro possa riprendere il suo posto in mezzo ai bambini». Per la scuola peraltro, una vicenda di questo genere non si chiude solo mettendo fuori gioco la persona sotto accusa. Ci sono le vittime, i bambini feriti dalla sconvolgente esperienza.
«Anche sotto questo profilo – spiega il responsabile della scuola milanese – siamo bene organizzati. A Milano per fortuna è in atto una proficua collaborazione coi servizi psicosociali dell’Asl. Sono già stati attivati. E sin dal momento in cui è esploso il caso, uno psicologo si è messo al lavoro nella scuola di via Vallagarina. Con chi è rimasto vittima del maestro e con gli insegnanti della classe.

Il trauma subito è pesante, e il sostegno, in questi casi, comporta competenza e impegno. Un intervento insomma, a cui non possiamo sottrarci. Perché rimediare a certi danni è un dovere nei confronti dei bambini e delle loro famiglie».

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