Gentile Direttore Feltri, sono note, purtroppo, le critiche personali rivolte alla Sig.ra Premier sia afferenti al fisico sia agli atteggiamenti, ancorché al luogo di provenienza. Son giudizi da evitare assolutamente (da parte di tutti partiti) onde non creare terreno per antipatiche antitesi che poi non avranno niente a che vedere con la politica vera e propria. Pertanto, dato che ne riconosco soltanto l'attitudine a rivestire quel ruolo (non comune a tutti i politici) e non ne condivido varie tipologie di scelte politiche ed altro, posso considerarmi oggettivo nelle peculiari considerazioni. Fisicamente è senz'altro normale con aspetti di biondo ed azzurro; riguardo all'altezza, parimenti, nessuna critica dovrebbe esser mossa, anche considerando (almeno, soggettivamente) che appartiene alla tipologia di donna bambina, così dall'aspetto. A titolo esemplificativo, una grande diva, e ragionando soltanto sull'altezza, la Muti, se fosse alta, paradossalmente, sarebbe una diminutio alla citata tipologia di donna bambina. Ancora, riguardo la vox, l'accento dell'originario vernacolo è senza tema di dubbio simpatico. Altresì, la provenienza territoriale (borgatara) a ben vedere e comparare (i Parioli, sì, oggi, con signorili palazzi derivano dai peraioli che raccoglievano i frutti) è una delle migliori di Roma anche per aver a portata di piede tutti i servizi. Viciniore anche a degli unicum, quali le Mura Aureliane, confine col centro storico; cinta muraria più lunga e meglio conservata al mondo. Le Thermae Antoninianae, Terme di Caracalla, complesso termale con grandi edifici imperiali. Semplicemente attraversando la Cristoforo Colombo, l'Appia Antica, la regina viarum con 2300 anni di storia che custodisce un patrimonio storico, archeologico ed architettonico unico al mondo. Pertanto, il rione Garbatella, anche con la peculiare architettura e natura, risulta il più affascinante, particolare e suggestivo; «un piccolo miracolo di vivibilità».
Luciano Di Camillo
Caro Luciano,
si è creato un evidente equivoco, ossia che la presidente del Consiglio, in quanto donna, debba e possa essere giudicata per il suo aspetto o il suo modo di vestire. Ma ella non partecipa ad un concorso di bellezza e non compete per il titolo di miss Eleganza. Né gli italiani hanno votato Giorgia Meloni per questioni estetiche, per le misure, per la fotogenia. Parliamo tutti di femminismo, ma non è una forma di sessismo il trattamento riservato alla nostra premier allorché ne discutiamo pregi e difetti fisici? Di Mario Draghi, di Giuseppe Conte, di Matteo Renzi, di Enrico Letta, di Paolo Gentiloni abbiamo mai criticato l'aspetto o ci siamo forse concentrati sul loro operato? Della prima donna presidente del Consiglio in Italia osserviamo il colore degli occhi, dei capelli, l'altezza, la taglia, l'accento, come se questo poi potesse influire sulla sua capacità di governare il Paese, unico elemento rilevante.
Ho sentito tanto ciarlare di violenza contro le donne in questi ultimi giorni, anche a sproposito, nel senso che talvolta pretendiamo di ravvisare abuso pure dove esso non c'è, ad esempio nel fischio per strada, che per me, come per molte signore, resta un innocuo apprezzamento, che noi uomini comunque non ci azzardiamo più a fare per non essere considerati quali molestatori sessuali o potenziali assassini. Io invece vedo violenza in questa maniera morbosa di guardare a Meloni, di criticarla come donna, come madre, come compagna. Un tentativo di negare alla femmina il suo potere, un potere che ella ha conquistato da sola, lavorando duramente, riducendola al ruolo di mero corpo da vagliare e valutare secondo il peso specifico e i centimetri. Di Meloni, come di tutte le donne, non dovrebbe importarci il peso ma la levatura, non l'altezza fisica bensì quella morale. Quanto all'accento e a quella romanità che Meloni non ha mai voluto modificare, nascondere, cancellare, orgogliosa com'è di se stessa, dei suoi valori e della sua identità, penso che abbiano costituito caratteri vincenti, che hanno reso Giorgia ancora più umana, inducendo la gente a percepirla come la politica della porta accanto, non una che se ne sta chiusa nei palazzi o nell'area C, la quale ignora le problematiche più comuni degli abitanti della penisola.
Giorgia Meloni ha una bellezza dell'anima, come ha notato e affermato anche il miliardario Elon Musk, la cui somma si sintetizza nella semplicità. Semplicità nel comunicare, quindi chiarezza. Semplicità nel vestire, ovvero eleganza, nel porgersi agli altri, nell'approcciarsi ad un problema, dunque efficacia ed efficienza. E semplicità significa anche affidabilità, ovvero concretezza.
Giorgia Meloni, da quando è stata nominata primo ministro, mi pare abbia compiuto peraltro un percorso di evoluzione dal punto di vista esteriore. Non che prima fosse meno bella o non sapesse vestire, ma ella ha dimostrato di volere rappresentare al meglio nel mondo non soltanto gli italiani ma anche lo stile italiano, sobrio e di classe. E ci riesce alla grande.
Quanto all'inflessione, sarebbe un dramma se Meloni fosse in grado di adoperare solo il romanaccio, invece, questa signora, che tu definisci «bambina», quantunque senza alcun intento denigratorio, lo comprendo, è capace di parlare perfettamente non soltanto la sua lingua madre ma anche l'inglese, lo spagnolo e persino il francese.Non abbiamo mai avuto un premier così preparato. Basti ricordare l'inglese di Renzi per capire l'abisso che c'è tra Meloni e gli altri. Eppure noi ci focalizziamo sulla taglia del reggiseno.
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