Il terremoto Massari scuote Palazzo Marino. Il caso dell’ormai ex assessore all’Ambiente (le dimissioni verranno formalizzate questa mattina) accusato di molestie da una dipendente delle Relazioni internazionali in Comune e da una dirigente del consolato norvegese - e altre due diplomatiche di Oslo sarebbero finite nelle sue mire - approda oggi in consiglio comunale. Il Pd ha pronta una mozione urgente per chiedere al sindaco Letizia Moratti di «rivedere radicalmente» la giunta, snellendo da sedici a dodici il numero degli assessori. «L’attinenza a un dato di cronaca - precisa il capogruppo Pierfrancesco Majorino - ci dà il la per aprire il tema dell’accorpamento delle deleghe e la riduzione dei dirigenti. E vogliamo chiarimenti su come è stata gestita la vicenda, il suo comportamento ci è sembrato ambiguo». Un taglio alle poltrone è quanto chiede da tempo e ha ribadito non più tardi di una settimana fa la Lega, anche se il capogruppo Matteo Salvini non offre una sponda all’opposizione: «Il Pd si ricorda che esiste solo quando c’è qualche sventura che riguarda la maggioranza - premette -. Spero che le accuse a Massari si rivelino infondate, perché se così non fosse sarebbe una vicenda veramente squallida». Detto questo «non è il centrosinistra che decide come va composta la squadra di giunta, e anche se la Lega chiede di anticipare la legge che lo fissa dal prossimo mandato, riducendo a dodici gli assessori già dall’autunno, non sosteniamo la mozione. Riproponiamo a sindaco e Pdl di sederci a un tavolo per discuterne». Anche il capogruppo del Pdl Giulio Gallera spera che «Massari possa chiarire» ma «il sindaco ha agito nel modo giusto» e invita il Pd a «lavorare in aula sul Piano di governo del territorio evitando speculazioni». Un no ad affrontare in aula il caso, anche se qualora la richiesta venisse messa ai voti non è escluso che una fronda del centrodestra voti sì, la parte più garantista che accusa la Moratti di aver gestito la vicenda con una fretta eccessiva, senza dare il tempo all’ex assessore di dimostrare la propria innocenza. Forse, sussurra qualche consigliere, perché «ha ragionato da candidata, e non ha voluto che si allungasse troppo la discussione su un tema odioso con cui rischiava di inimicarsi l’elettorato femminile». Se non arriveranno a dodici, certamente si fermeranno a quindici le poltrone, visto che la Moratti intende tenere per sé le deleghe all’Ambiente: un po’ perché negli ultimi tempi è una tematica su cui si sta esponendo sempre personalmente (senza togliere che il settore tiene i rapporti con Amsa e in ballo c’è la vicenda del nuovo inceneritore), un po’ per quel piano di austerity già imposto a tutti gli assessorati per far fronte ai tagli della Finanziaria.
Massari si è sfogato con i colleghi. A tutti è apparso ovviamente frastornato, ribadisce la sua innocenza («mi hanno messo nel tritacarne, la mia carriera politica è finita»). Su Facebook, vicino alla foto che lo ritrae con la figlia Beatrice di 3 anni e Ludovico di due, tanti gli lasciano messaggi di solidarietà. A puntare il dito contro di lui in Comune è Anna Z., una precaria con contratto in scadenza a ottobre. Visto che rifiutava le avances, ha scritto in una lettera-denuncia al sindaco la mamma della ragazza, l’assessore l’avrebbe minacciata di perdere il posto. Un lavoro dove, dice chi la conosce bene, non si sentiva valorizzata a sufficienza. Anche se proprio due mesi fa aveva partecipato a due concorsi che non sono andati a buon fine.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.