
Cascina Ovi si trova a Segrate. In lontananza si sentono i rombi degli aerei in decollo o in atterraggio del vicino aeroporto di Linate, e davanti c’è un ipermercato Esselunga, ma appena varcato il cancello si entra in un luogo che profuma di storia. Del resto questa cascina viene menzionata per la prima volta nel 1346 negli Statuti delle strade e acque del contado di Milano, dove si legge che “le Cassine de Ove de la Pieva de Segrà” tra “li burghi, lochi, cassine, molini e case de li religiosi del contado de Milano”. Nei secoli questo luogo campestre è stato tante cose: ospedale, scuola, proprietà di un cardinale. Oggi, naturalmente attentamente restaurata, è la sede dell’omonimo ristorante. Dove il general manager Francesco Rizzo propone una cucina della sua terra natale, la Sardegna, che lui racconta con autentica passione, malgrado il suo accento decisamente milanese.

Francesco è l’anima di Cascina Ovi. Personaggio sopra le righe nell’estetica, si mostra con il passare del tempo come un uomo solido e appassionato, che mi è apparso possedere un cuore enorme e un fortissimo legame con la terra dove è nato e dove poi ha trascorso solo pochi anni prima di trasferirsi in Lombardia. Questo sentirsi un esule affettivo rafforza il suo legame con l’isola, di cui si ritiene un ambasciatore privilegiato in una città dove, almeno a suo dire, ci sono decine e decine di ristoranti sardi ma solo pochi davvero rispettano le tradizioni e gli ingredienti di una cucina genuina e perfino atavica. Lui invece si fa arrivare tutto quello che è possibile da “oltremare”: la fregola, i pesci, la bottarga di muggine, “che non è quella in polvere nel barattolo, ma quella in baffa”.
Il menu è un inno alla sarditudine, ma con tocchi “fusion” che certamente appassionano i milanesi. Tra gli antipasti ho provato una Seada “salata” di baccalà mantecato con bisque acidulata di buona fattura (la Seada fuori dalla Sardegna è conosciuta come dessert ma in realtà si presta anche a saltare oltre il confine) e un Uovo croccante su spuma di patate al tartufo nero e e cialda di Grana Anglona. Non ho testato la parte dei crudi (Scampi, Gamberi rossi, Dadolata di salmone marinato e verdura croccante, Ceviche di ombrina al lime e tartufo, Catalana di polpo e gamberi) ma giurerei sulla freschezza della materia prima. Tra i primi ho provato, consigliato caldamente a ciò dallo stesso Francesco, la Fregola (anzi, la freula) artigianale allo zafferano con pomodoro, ricotta al forno, mandorle tostate e olio al basilico. Davvero molto differente da quella che siamo abituati a trovare nei ristoranti che la propongono in molti casi nella versione confezionata.
Tra gli altri primi in carta mi sento di segnalare i Malloreddus con farina di ghiande al rosmarino, ragù di cortile e pecorino e le Linguine con bottarga di muggine. Passiamo ai secondi: Coda di rospo alla cacciatora con fegatini e riduzione di pollo, Muggine alla Vernaccia di Contini (la più antica cantina sarda) con caponata di verdure, Guancetta di maialino de belota con purea di sedano e rapa affumicata e anche un tocco “milanesardo” con la Cotoletta di vitella panata al pane carasau e maionese di mirto. Dolci confortevoli, con la seada che torna alla sua collocazione usuale con miele di corbezzolo e arancia e il divertente Tiramisau in cui è il classico pane sottile e croccante a fare da parte solida del dolce più diffuso d’Italia.
Carta dei vini con molta Sardegna, ovviamente, con in evidenze i vini della cantina Mesa, del grande Gavino Sanna, di cui Francesco vanta l’amicizia. Servizio giovane e informale, Cascina Ovi è un luogo che punta a mettere a suo agio i clienti e non a “rieducarli”. Il locale è ampio, suddiviso in diversi ambiente, ha un centinaio di coperti nella sala inferiore, del camino, e una quarantina nell’”osteria” al primo piano. Un luogo che si presta sia a raduni familiari sia a cene più intime.
I prezzi: antipasti dai 18 ai 24 euro (il Tagliere della tradizione sarda ne costa 38 ma per due persone), priumi dai 18 ai 26, secondi da 20 ai 32, i dolci costano 10.Cascina Ovi, via Olgia 11, Segrate (Milano). Tel. 022139581. Mail: info@cascinaovi.it. Aperto dal martedì al sabato a pranzo e cena e la domenica a pranzo. Chiuso la domenica sera e tutto il lunedì.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.