Acireale - Non sono randagi i cani killer. Avrebbero le ore contate, secondo indiscrezioni investigative, i proprietari degli animali allevati clandestinamente alla periferia di Acireale, e tra questi qualcuno potrebbe essere vicino alla famiglia di Giuseppe Azzarelli, il bimbo sbranato dal branco. Nelle prossime ore sarà anche valutata la posizione del padre della piccola vittima. Il magistrato titolare dell’indagine stamattina ha ispezionato il terreno dove è avvenuta la tragedia, chiuso da cancelli, ma accessibile attraverso i rovi. Il fondo era di proprietà di un anziano possidente di Acireale che è morto un paio di anni fa. Gli eredi da allora sono in causa tra loro.
No all'autopsia Il cadavere del piccolo Giuseppe, morto per i morsi di uno o più cani, è stato portato nella camera mortuaria dell’ospedale di Acireale. Al momento il pm non ha disposto l’autopsia in quanto "non risulterebbe utile alle indagini dei carabinieri". Il bambino, dicono gli investigatori, si sarebbe avvicinato ai cani per giocare o dare loro da mangiare qualcosa. Secondo le prime testimonianze raccolte dai carabinieri non sarebbe stata la prima volta che Giuseppe si avvicinava ai cani, così come avrebbero fatto altri ragazzini.
La famiglia: "Giustizia" "Chiediamo giustizia. Chi è stato? Di chi sono questi cani?". Lo ha detto ai giornalisti un parente del piccolo Giuseppe, Fabio Condorelli. «Ieri ho visto Giuseppe - ha aggiunto - era irriconoscibile, una scena che ricorderò per tutta la vita". "A Giuseppe ripetevamo sempre di non andare a giocare con quei cani perchè era pericoloso.
Lo avevamo messo in guardia, ma lui non ci ascoltava. Povero Giuseppe. Povera mamma". È lo sfogo di Ivan Azzarelli, 19 anni, fratello maggiore di Giuseppe. "Perché non ci ha voluto ascoltare?" ripete il giovane tra le lacrime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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