È stato il più importante scrittore albanese del Novecento. E ha raccontato il suo Paese sempre opponendosi alla dittatura comunista. Un'opposizione fatta in prima istanza di cultura profonda, una cultura con radici anche italiane, radici che arrivavano ad innestarsi nella Divina Commedia, nella lezione di indipendenza di Dante. Ieri a Tirana è morto Ismail Kadare. Spesso se ne era parlato come di un possibile vincitore del premio Nobel per la Letteratura. Aveva 88 anni, a comunicare la notizia è stata la sua casa editrice albanese, Onufri.
In Italia la fama dello scrittore resta legata soprattutto al suo primo romanzo, Il generale dell'armata morta, uscito in Albania nel 1963. Venne pubblicato in Francia sette anni dopo e poi fu tradotto in 45 lingue, tra cui l'italiano per i tipi di Longanesi (nel 1982). Racconta la vicenda di due italiani, un generale dell'esercito e un sacerdote, che viaggiano per l'Albania col compito di recuperare i resti dei soldati del Regio esercito morti nel Paese durante la Seconda guerra mondiale. Sarà un vagare tra vecchi rancori, risentimenti e ricordi di orrori vissuti durante un conflitto che non ha risparmiato nessuno. L'anno seguente dal libro fu tratto il film omonimo, diretto da Luciano Tovoli e interpretato da Marcello Mastroianni, Anouk Aimée e Michel Piccoli.
Poi sono seguiti altri romanzi capolavoro come Il mostro, Concerto alla fine dell'inverno e Il palazzo dei sogni. Ma la libertà della sua scrittura non è stata apprezzata in Patria. Ad esempio quando ne 1981 uscì Il palazzo dei sogni l'autore fu accusato di essere al servizio dei servizi segreti francesi. Il romanzo era ambientato nell'Impero Ottomano, usato però come metafora di ogni Stato totalitario. Il protagonista è un uomo che lavora per analizzare i sogni di tutti i sudditi dell'impero per cercare di decifrarli e usarli per controllare la popolazione. A causa di questo libro nel 1982 Kadare venne accusato di lavorare per i servizi segreti francesi. Questo nonostante dal 1970 al 1982 lo scrittore fosse stato membro dell'Assemblea del Popolo durante la dittatura di Enver Hoxha (1908-1985) e vicepresidente del Fronte democratico dell'Albania. Una caccia alle streghe che lo costrinse a fuggire proprio in Francia, dove ottenne l'asilo politico nel 1990.
Lì nel 2020 ricevette il titolo di Grand'ufficiale della Legion d'onore, il terzo titolo più alto che lo stato francese assegna a persone meritevoli.Negli ultimi anni La nave di Teseo ha ripubblicato vari dei suoi libri. L'ultimo pubblicato in italiano è Le mattine al Café Rostand (2017), tradotto da Liljana Cuka Maksuti.
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