Aeroporti, tv e concessioni. Quanti favori agli amici

De Benedetti "ricompensato" con lo sconto sulle frequenze e con 150 milioni per Sorgenia. L'ultimo regalo a Carrai: la fusione tra gli scali di Firenze e Pisa

Aeroporti, tv e concessioni. Quanti favori agli amici

Essere vicini al «giglio magico» di Matteo Renzi equivale a puntare sul cavallo vincente. Ora vedremo perché. Prima di procedere nell'elenco dei benefit concessi ai componenti e ai simpatizzanti della Fondazione Open che, ogni anno, organizza la kermesse della Leopolda, tuttavia, è bene precisare che questa «comunanza» non si esplica solo nelle forme della donazione e della partecipazione, ma anche in quella del patrocinio.

È il caso dell'ingegner Carlo De Benedetti. Apparentemente fra il presidente del gruppo Espresso e creatore della Cir non vi sarebbe nessuna liaison . Eppure proprio Repubblica quotidianamente (fatte salve le intemerate scalfariane) «sostiene» l'azione del premier. E, pubblicamente, proprio l'Ing non manca mai di sottolineare quanto il giovine presidente del Consiglio sia la migliore guida per il Paese. Risultato? Non solo De Benedetti risulta tra gli opinion leader consultati dal gabinetto (la scorsa estate il sottosegretario Delrio si recò a casa sua), ma è oggetto di qualche tangibile segnale di riconoscenza.

L'ultimo in ordine di tempo è stato l'emendamento al decreto Milleproroghe che posticipa al 30 giugno il nuovo regime dei canoni di concessione delle frequenze radiotelevisive. Le nuove regole Agcom sono state messe in naftalina a causa del solito pregiudizio antiberlusconiano: RaiWay (l'operatore della tv di Stato) ed Elettronica Industriale (Mediaset) avrebbero avuto uno sconto, mentre Persidera (70% Telecom e 30% Espresso) un aggravio. Con la prorogatio delle vecchie regole, quest'ultima ha risparmiato oltre un milione, versando solo 320mila euro di acconto. Briciole, se confrontate con i 150 milioni garantiti alla periclitante Sorgenia da un decreto che confermava il capacity payment , gli incentivi per i produttori di energia. Una mossa che ha consentito il sereno trapasso dell'azienda dall'Ing alle banche creditrici.

Se finora abbiamo parlato di «empatia», è nella «amicizia» che il renzismo trova il sostrato per darsi una forma anche nei rapporti economici e finanziari. Prendiamo Marco Carrai, vera eminenza grigia dell'ex sindaco. La sua specialità è stata il fundraising, è lui che ha fatto il trait d'union tra il giovane rampante della politica e le élites fiorentine e poi con l' establishment . È a lui che si deve l'entrata del finanziere Davide Serra (175mila euro alla Fondazione Open) e dell'ex presidente Fiat Paolo Fresco (50mila euro con la moglie) nella Leopolda. L'oggi silenzioso e invisibile Carrai siede anche nel consiglio dell'Ente CariFirenze (socio di Intesa Sanpaolo), un tempo guidata da Jacopo Mazzei (10mila euro), oggi nel board di Ca' de Sass.

Carrai è soprattutto presidente dell'Aeroporto di Firenze che la scorsa settimana si è fuso con Sat, il gestore dello scalo di Pisa. Il miracolo di mettere assieme fiorentini e pisani non è successo gratis: il ministro Lupi si è impegnato per lettera «a sostenere l'attuazione degli interventi infrastrutturali programmati da Aeroporto di Firenze fino a un massimo di 150 milioni di euro» che si aggiungono agli altri 50 milioni garantiti dal decreto Sblocca Italia. Volete sapere chi sarà il presidente di Toscana Aeroporti, la società nata dalla fusione che ambisce a diventare il terzo polo dopo Fiumicino-Ciampino e Linate-Malpensa? Marco Carrai.

Finanziare conviene. La famiglia Gavio, secondo gestore di strade a pedaggio, ha donato 30mila euro alla Fondazione Open tramite Aurelia srl. Sarà una casualità, ma l'allungamento delle concessioni autostradali deciso dal Milleproroghe impatterà positivamente sui margini del gruppo di Tortona.

Idem per gli imprenditori ortofrutticoli savonesi, i fratelli Orsero (50mila euro con Gf Group e 20mila euro con Blau Meer srl) hanno avuto un po' di sollievo dalle loro esposizioni finanziarie, incluso un centinaio di milioni erogati dalla barcollante Carige della quale sono soci. L'Autorità portuale di Savona, cioè lo Stato, ha acquistato la loro quota nell'Interporto di Vado Ligure (Vio) per 23 milioni. Mica noccioline, anzi banane.

Ultimo ma non meno importante il caso della famiglia Aleotti, gli imprenditori fiorentini proprietari della farmaceutica Menarini e titolari dell'1% del Monte dei Paschi. Essi non finanziano la Fondazione Open, ma sostennero la ristrutturazione di alcune case popolari durante la sindacatura di Renzi. Secondo i rumor, il decreto attuativo della delega fiscale che avrebbe depenalizzato le frodi inferiori al 3% dell'imponibile sarebbe «dedicato» proprio a loro e non al Cavaliere. I titolari dell'azienda sono stati rinviati a giudizio a Firenze per una presunta evasione fiscale. Se l'articolo 19-bis fosse passato, la vicenda sarebbe stata chiusa.

Il renzismo, però, non è fatto solo di attenzione verso le problematiche imprenditoriali, ma è anche, sia consentito il termine, una sorta di «occupazione» ragionata delle poltrone che contano, anzi per meglio dire una fidelizzazione dell' establishment . È il caso dell'altro fundraiser di Open, il finanziere Alberto Landi (10mila euro donati): non solo è stato insediato nel cda di Finmeccanica, ma è consigliere di alcune controllate di Menarini. Di Carrai abbiamo già detto, ma è bene ricordare che l'alter ego renziano in Open, il ministro Maria Elena Boschi (il cui papà Pier Luigi ad aprile scorso era stato promosso vicepresidente di Banca Etruria prima che fosse commissariata), già dai tempi di Firenze era stata «inserita» nel sottobosco delle partecipate come l'utility Publiacqua, partecipata dai francesi di Suez che tramite Intesa Aretina scarl hanno finanziato Open con 15mila euro.

Diecimila euro a testa hanno donato Telit ed Eva Energie Valsabbia, entrambe presiedute da Chicco

Testa. La seconda è partecipata dall'ex presidente Telecom Franco Bernabè. Comunicazione ed energia sono settori in movimento, come le banche e la televisione. Essere vicini a Renzi è di importanza strategica. Anzi di più.

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