Afghanistan, battaglia nel Nuristan: uccisi otto soldati americani

Attaccati gli uomini dell'Isaf, morti anche due militari afghani. Due "attacchi tribali" partiti da una moschea  e da un villaggio vicino contro due postazioni delle forze Nato. Il comandante in capo britannico: più truppe nato

Afghanistan, battaglia 
nel Nuristan: uccisi 
otto soldati americani

Kabul - Otto soldati americani sono rimasti uccisi in scontri nell'Est dell'Afghanistan, vicino alla frontiera con il Pakistan. Lo ha reso noto una portavoce dell'esercito Usa, il capitano Elizabeth Mathias, la quale ha precisato che gli scontri si sono verificati nella provincia di Nuristan.
Fonti dell'Isaf (la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza della Nato) hanno reso noto che negli scontri sono morti anche due militari afghani. In un comunicato si precisa che gli attacchi da parte di "forze tribali" nel Nuristan sono stati due e sono partiti da una moschea e da un vicino villaggio verso due postazioni congiunte di forze della Nato e afghane. "Le fonti del conflitto nel settore mettono in gioco fattori tribali, religiosi ed economici complessi" è detto nel comunicato. "Le forze della coalizione - aggiunge la nota dell'Isaf - hanno respinto l'attacco e inflitto serie perdite al nemico, ma al contempo sono rimasti uccisi otto membri dell'Isaf e due soldati afghani". Il colonnello americano Randy George, comandante delle forze Usa nel settore al confine con il Pakistan ha dichiarato di essere "estremamente fiero della professionalità e del coraggio" dei soldati Usa e afghani che "hanno combattuto strenuamente in un attacco così complesso e in un'area così difficile". Quella di ieri è stata definita la giornata più sanguinosa per le truppe americane in Afghanistan da oltre un anno.

Il capo dell'esercito inglese: più truppe Sir David Richards, il nuovo comandante dell'esercito britannico, è d'accordo con il generale Stanley McChrystal, comandante delle truppe statunitensi in Afghanistan: per vincere contro i talebani è necessario che la Nato invii più truppe. Nella sua prima intervista da quando ha assunto l'incarico ad agosto, Richards ha dichiarato al Sunday Telegraph: "Se si mandassero più truppe potremmo raggiungere i nostri obiettivi più velocemente e con un numero inferiore di morti. Potremmo iniziare a vincere la battaglia psicologica, che in essenza è incentrata sui talebani che dicono alla gente: 'L'Occidente ed il governo afgano stanno facendo poco per voi. Noi vi offriamo un futuro austero, ma almeno sicurò". La scorsa settimana, in un intervento presso un centro studi britannico, McChrystal ha avvertito che il successo della coalizione in Afghanistan non deve essere dato per scontato e che sorgerebbe un problema se le risorse non fossero correttamente allineate con gli obiettivi della missione. Gli Usa stanno prendendo in considerazione la possibilità di inviare più truppe e se così fosse la Gran Bretagna potrebbe seguire il loro esempio. Secondo Richards, un fallimento in Afghanistan sarebbe disastroso.

"Se al Qaida e i talebani credessero di averci sconfitti, cosa accadrebbe. Si fermerebbero all'Afghanistan? Il Pakistan è chiaramente un obiettivo, anche perché è uno stato dotato di armi nucleari e questa da sola è una prospettiva che fa paura", ha detto il generale.

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