Agevolazioni fiscali per il rilancio del mercato

Enrico Boschivi

L'Art Bonus - ovvero il sistema di agevolazioni fiscali per chi contribuisce al restauro e alla conservazione dei beni artistici pubblici - potrebbe essere esteso ai beni artistici notificati, dando così un impulso al mercato nazionale dell'arte? Sarà questo l'oggetto del convegno Cestart in programma allo Iulm di Milano il 24 maggio. Secondo Giancarlo Graziani (nella foto), coordinatore del centro studi, l'obbiettivo sarebbe quello di «dare un mercato a questi particolari beni che senza domanda rischiano di scomparire a causa della mancanza di risorse dei proprietari a cui la legge impone però di conservarli a loro spese, di non spostarli senza autorizzazione, di mostrarli agli studiosi interessati, di venderli solo dopo averli sottoposti al diritto di prelazione dello Stato, di non esportarli; in pratica diventano un bene pubblico con oneri a carico del privato».

Per queste opere - per legge e di primaria importanza - paradossalmente non c'è domanda.

«Essendo venuto meno il ruolo di acquisitore di banche e fondazioni - aggiunge Graziani - e non essendo quasi mai esistito quello dello Stato, sempre a corto i risorse, quasi nessun collezionista italiano vuole caricarsi di oneri, mentre quelli stranieri sono esclusi perché i beni notificati non possono varcare il confine». Il Cestart propone quindi un regime agevolato. «Noi speriamo che l'idea possa essere accolta anche perché contribuirebbe, seppure in misura contenuta, a salvare del patrimonio artistico e a creare occupazione, reddito e gettito riducendo in maniera irrilevante le entrate pubbliche».

Oggi poi molti proprietari di opere ricevute in eredità non le fanno studiare dagli esperti per il timore che siano notificate e quindi rese praticamente invendibili. «La nostra proposta costituirebbe invece un incentivo a farle conoscere. Potrebbero trovare eventuali acquirenti».

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