Almasri, Nordio alla Camera: "Non faccio il passacarte. L'atto della Corte era nullo"

I ministri della Giustizia e dell'Interno ripercorrono in sede parlamentare, in una cronistoria dettagliata, tutti gli avvenimenti che hanno portato al fermo e poi al rilascio del criminale libico a fine gennaio

Almasri, Nordio alla Camera: "Non faccio il passacarte. L'atto della Corte era nullo"
00:00 00:00

Carlo Nordio e Matteo Piantedosi intervengono sia alla Camera sia in Senato per tenere l'informativa urgente riguardante la vicenda legata alla scarcerazione e al rimpatrio a Tripoli su un aereo dei servizi segreti del generale libico Osama Almasri sul quale pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini di guerra, omicidi e torture. All'esplusione decisa dal governo italiano è seguito l'esposto dell'avvocato Luigi Li Gotti e all'iscrizione nel registro degli indagati da parte procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, di Giorgia Meloni, del sottosegretario Alfredo Mantovano e degli stessi due ministri di Giustizia e dell'Interno, oggi presenti in Parlamento, tutti ora accusati di favoreggiamento e peculato.

A esporre i fatti, per primo, è il Guardasigilli, il quale sottolinea che in questa vicenda l'autorità giudiziaria internazionale sono cadute in "grossolane contraddizioni". La notizia informale dell'arresto di Almasri è stato "trasmesso via mail da un funzionario dell'Interpol a un dirigente del ministero alle ore 12:37 di domenica 19 gennaio", quindi circa tre ore dopo che Almasri era stato fermato: "Si trattava di una comunicazione assolutamente informale, di poche righe, priva di dati identificativi, priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Solo domenica 20 gennaio alle ore 12:40 il procuratore generale di Roma trasmetteva il complesso carteggio a questo ministro", dichiara Nordio. La comunicazione della Questura di Torino, che ha fermato Almasri il 18 gennaio, è comunque giunta al ministero "ad arresto già effettuato, quindi senza una preventiva comunicazione della richiesta di arresto a fini estradizionali emessa dalla Corte penale internazionale, come prescritto dalla legge". Poi, il 22 gennaio è arrivata al gabinetto del ministro il provvedimento di scarcerazione della Corte d'Appello, che "avrebbe avuto tutti i poteri in sé per convalidare quell'arresto".

Nordio: "Quell'atto della Cpi era nullo"

Il ministro, citando l'articolo 2 che prevede che i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Cpi siano curati dal ministero della Giustizia, sottolinea come il suo ruolo non è semplicemente quello di un "organo di transito delle richieste: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato". Quindi non consiste nel fare "il passacarte, ho il potere di interloquire con altri organi dello Stato in caso di necessità e questa necessità si presentava eccome". Inoltre serve valutare la "coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi". Questa coerenza mancherebbe "completamente, e quell'atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba".

Nordio prosegue il suo discorso affermando di avere "notato tutta una serie di criticità sulle richieste di arresto" poichè In questo mandato si oscillava dal 2011 al 2015: "Non una cosa di poco conto trattandosi di reato continuato e visto che in quei quattro anni sarebbero stati commessi diversi atti di stupro, torture, aggressione, violenza". La Corte penale aveva segnalato anche che "la terza giudice si era espressa in disaccordo coi colleghi perché riteneva che i crimini presunti non fossero chiaramente collegati alla richiesta della Corte". Il provvedimento della Cpi segnalava che avrebbe allegato il parere contrario, che però non era arrivato. "Nella parte emotiva la Corte continuava a fare riferimento ad atti compiuti tra il 2015 e il 2024: questi concetti venivano ribaditi in una sessantina di paragrafi, in cui c'era tutta la sequenza di crimini orribili addebitati al catturando". Con una contraddizione, tuttavia: "Le conclusioni risultavano completamente differenti sia rispetto alle conclusioni dell'accusa che alla parte emotiva".

Nordio: "La magistratura ha compattato la nostra maggioranza"

Alla luce di queste considerazioni squisitamente giuridiche, "qualsiasi mia iniziativa avrebbe dimostrato una carenza di attenzione nell'aver rilevato queste gravissime anomalie, che poi sono state rilevate dalla stessa Corte: è stata la Corte che si è corretta, e ha cercato di cambiarli cinque giorni dopo perché aveva fatto un enorme pasticcio", spiega Nordio. "Se non ce ne fossimo accorti e l'avessimo inviata alla Corte d'appello italiana ce l'avrebbe mandata indietro dicendo che quel mandato di arresto era completamente contraddittorio". L'Aula di Montecitorio si surriscalda, con le opposizioni che protestano vivacemente contro Nordio. Quest'ultimo si rivolge direttamente ad Angelo Bonelli, che lo aveva il ministro, e gli replica: "Lei sarà smentito dalla Corte. Non avete letto le carte, non sapete di cosa state parlando". E così la conclusione dell'informativa di Nordio è dedicata ai magistrati politicizzati a sinistra: "Il dialogo che ci viene suggerito in questo modo, con questo atteggiamento sciatto, diventa molto più difficile. Andremo avanti fino in fondo, fino alla riforma finale, perché questo loro atteggiamento ha compattato la maggioranza".

Piantedosi: "Almasri espulso per motivi di sicurezza nazionale"

Dopo Nordio, tocca poi a Piantedosi prendere la parola. "Almasri non è mai stato un interlocutore del governo per contrastare il fenomeno migratorio. Non c'è mai stata minaccia o ricatto - sottolinea il ministro dell'Interno -. Anzi, ogni decisione è stata presa sulla base di valutazione dei fatti, nell'esclusivo interesse del nostro Paese". Il titolare del dicastero del Viminale conferma quanto già sostenuto durante il question time dello scorso 23 gennaio. "L'espulsione di Almasri è da inquadrare, per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione, nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell'ordine pubblico, che il governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell'interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell'obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al Paese e ai suoi cittadini".

Il 2 ottobre 2023 il procuratore internazionale ha emesso un mandato nei confronti di Almasri, la Corte penale ha emesso un mandato il 18 gennaio, quando si trovava in territorio italiano. "In questi mesi Almasri si è mosso in diversi Paesi, l'ultimo viaggio risale all'inizio di gennaio, quando è andato a Londra. Risale al 10 luglio dell'anno scorso l'inserimento della Corte di una nota diretta solo alla Germania e non visibile ad altri Paesi". Questa nota era finalizzata alla raccolta discreta di informazioni e contatti di Almasri, con richiesta per le forze dell'ordine tedesche di non arrestarlo, perché aveva lo status di testimone: "La Corte penale internazionale ha diffuso questa nota a gennaio ad altri Paesi, ma non all'Italia".

La scelta delle modalità di rimpatrio, in linea con quanto avvenuto in numerosi analoghi casi anche in anni precedenti e con governi diversi dall'attuale, "è andata di pari passo con la valutazione effettuata per l'espulsione di Almasri.

In buona sostanza, si è reso necessario agire rapidamente proprio per i profili di pericolosità riconducibili al soggetto e per i rischi che la sua permanenza in Italia avrebbe comportato, soprattutto con riguardo a valutazioni concernenti la sicurezza dei cittadini italiani e degli interessi del nostro Paese all'estero, in scenari di rilevante valore strategico ma, al contempo, di enormi complessità e delicatezza", ha concluso Piantedosi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica