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Agguato a Belpietro, Maroni: "Non sarà l'ultimo" Marchionne: "Hanno aperto le gabbie dello zoo"

Il ministro dell'Interno: "Non è il primo e temo non sarà l'ultimo". L'agguato: illeso il direttore di Libero, ma l’aggressore si è dileguato (le foto). Belpietro: "Sembrano gli albori degli anni di piombo". Di Pietro senza pudore: colpa di Berlusconi. Indagini: l'attentatore voleva uccidere il caposcorta

Agguato a Belpietro, Maroni: "Non sarà l'ultimo" 
Marchionne: "Hanno aperto le gabbie dello zoo"

Varese - "Sono preoccupato per questo clima che genera episodi come quello successo a Belpietro. Purtroppo non è il primo e temo non sarà l’ultimo". Così il ministro dell’Interno Roberto Maroni manifesta la sua preoccupazione per la possibilità di altri attentati dopo l’agguato di cui è stato vittima due giorni fa il direttore di Libero Maurizio Belpietro. Maroni sarà a Milano lunedì pomeriggio per un vertice in Prefettura per fare il punto della situazione dopo l’attentato a Belpietro. "È necessario abbassare i toni perchè certe accuse, che si leggono magari su alcuni siti internet, possono dare a qualche mente malata lo spunto per fare queste cose", ha aggiunto Maroni che ha annunciato anche che "è stata intensificata la sorveglianza, non solo per Belpietro, ma per altri soggetti considerati a rischio".

Interviene Marchionne "Il Paese ha perso il senso istituzionale, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti. È difficile andare in giro per il mondo a spiegare cosa succede in Italia. È vergognoso". Così l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha commentato gli ultimi fatti di violenza che si sono verificati in Italia. Alla domanda se sia corretto fare delle similitudini con gli anni di piombo, Marchionne, che si è detto "molto preoccupato", ha risposto: "Beh, quelle fotografie le ricordiamo tutti". In precedenza, nel corso dell’intervento davanti alla platea dei Cavalieri del lavoro, l’ad della Fiat aveva affermato che "gli episodi di violenza che si sono verificati in questi giorni vanno condannati con fermezza. Dobbiamo prendere le distanze, tutti quanti, da una cultura disastrosa che alza la tensione sociale e nega il dialogo". A giudizio di Marchionne si tratta di "una cultura che non ci appartiene e che serve solo a distruggere ciò che di buono stiamo tentando di costruire. Oggi c’è bisogno di una convergenza forte, la più ampia possibile, che veda insieme tutte le forze positive di cui l’Italia dispone". Secondo l’ad della Fiat, insomma, "c’è bisogno di condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici, in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale".

Questo, ha concluso, "è il momento di accettare il cambiamento come la possibilità per creare una base di ripartenza sana, come un’occasione per iniziare a costruire insieme il Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni".

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