Albaro, torna il parcheggio delle polemiche

A volte ritornano. Progetti che sembravano ormai superati e dimenticati, all'improvviso escono dalla naftalina in cui erano finiti per anni. Come nel caso di via Monte Zovetto dove si torna a parlare di un parcheggio interrato, bocciato dai residenti già nel 2002 perché troppo vicino alle abitazioni. E «congelato» dal vecchio consiglio di circoscrizione Medio-Levante per problemi di viabilità e di impatto negativo sui posti auto in superficie. Tutto questo fino all'altra sera, quando nella sede del municipio l'impresa Carena s.p.a e l'architetto Guglielmo Polastri (gli stessi di allora) hanno estratto dal cilindro la nuova versione del progetto che ora si trova in Conferenza dei servizi referente: 136 box, 7 posti auto e 33 stalli, su due piani interrati. Con un ridimensionamento rispetto ai 150 box originari e ai 90 per le moto. Al centinaio di abitanti venuti in municipio nonostante il tempo davvero inclemente, Polastri ha escluso ogni interferenza delle strutture con le fondamenta delle intercapedini e dei muri dei palazzi, aggiungendo che «nel tratto di strada interessato dai lavori non ci sono rivi». Rispetto al progetto del 2002, si è stabilito che il traffico veicolare durante i 18-20 mesi di cantieri non verrà mai interrotto. «Abbiamo pensato a una tecnica di costruzione simile a quella di largo Benzi davanti all'ospedale San Martino: un solaio con dei pali di fondazione nella parte centrale della strada, in modo da lasciare transitare le auto sopra e scavare sotto», ha spiegato l'architetto Polastri. La nota dolente del progetto sono gli 85 parcheggi che si perderanno nell'esecuzione dei lavori, sebbene la scuola media Barrili abbia già dato la sua disponibilità a ospitare una trentina di auto durante la notte.

Altri quindici posti si potrebbero recuperare trasformando parte di via Byron a senso unico. Ma non è bastato per dissipare i dubbi dei cittadini di nuovo riuniti in comitato: «Quest'opera per noi è inutile e pericolosa esattamente come cinque anni fa».

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