Alemanno batte cassa col governo: ogni anno ci servono 500 milioni

Se entro 45 giorni il Comune di Roma non riceverà dal governo 500 milioni «strutturali», ovvero uno stanziamento fisso annuale, senza doverli «conquistare» a ogni manovra finanziaria, il «dissesto sarà inevitabile». È l’annuncio dato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, in una conferenza stampa convocata proprio per fare «un’operazione verità» nel giorno in cui il centrosinistra, minisindaci in testa, scendeva in piazza del Campidoglio per protestare contro la mancata presentazione del bilancio.
In realtà l’incontro con i giornalisti è stato trasformato da Alemanno in un’occasione per lanciare un appello a tutte le forze politiche di Roma, prima di tutto all’opposizione, per essere unite e fare pressing sul governo per dare i fondi che spettano a Roma per il suo ruolo di Capitale, per tutte le incombenze e i costi che sopporta.
Proprio prima della conferenza, Alemanno era andato a Palazzo Chigi ma evidentemente non gli erano state date tante certezze, anche se «Tremonti - ha più volte ripetuto il sindaco - mi ha dato assicurazione che nel decreto finanziario di giugno ci sarà questo intervento del governo». Alemanno si è spinto anche oltre ha ammesso che il governo ha avuto «un’oscillazione e ciò è criticabile» ma ha giustificato il fatto che i fondi non sono diventati strutturali perchè c’è stato il terremoto dell’Abruzzo e la difficile crisi nazionale e internazionale. E sono proprio questi i due motivi che fanno temere ad Alemanno che i parlamentari non romani possono ostacolare questa promessa del ministro Tremonti. «Non temo ingerenze da parte della Lega per i 500 milioni - ha ammesso Alemanno - quello che temo, visti i tempi, è che i parlamentari del nord e del sud non comprendano gli sforzi straordinari per Roma. Per questo non aiuta sollevare polveronì». Se da una parte Alemanno ha sostenuto che «la sinistra oggi manifesta contro se stessa» visto che i debiti riguardano la precedente gestione, dall’altra ha raccontato di aver telefonato ieri a Walter Veltroni avvisandolo: «Saremo costretti a ribadire la vostra responsabilità sul bilancio».
E se le posizioni tra la giunta e l’opposizione di centrosinistra oggi fisicamente sembravano distanti con Alemanno nel Palazzo Senatorio e il «popolo» della sinistra in piazza, in realtà l’apparenza era ingannevole perchè all’appello del sindaco il Pd ha subito risposto - a partire dal deputato ed ex assessore al bilancio della Giunta Veltroni, Marco Causi - prima con critiche e ricordando che il sindaco aveva perso troppi mesi per dire «la verità», ma subito dopo si è detto pronto a giocare insieme la partita del bilancio, chiedendo il rispetto degli impegni da parte del governo e proponendo un piano di rientro simile a quello realizzato per il buco della sanità del Lazio e «un confronto tecnico in vista della presentazione del bilancio». E dal Campidoglio la risposta è arrivata immediata per bocca dell’assessore al bilancio Maurizio Leo: «I confronti, naturalmente, sono bene accetti purchè si svolgano in un clima sereno e al di fuori di qualsiasi, pretestuosa, polemica.

Prendo atto che l’opposizione ha finalmente recepito quanto cerchiamo di spiegare da tempo e che abbiamo ribadito anche nella conferenza stampa di questa (ieri, ndr) mattina in Campidoglio e che convenga, soprattutto, sulla necessità di individuare nuovi indicatori da utilizzare per arrivare a un equilibrio economico finanziario e criteri di spending review che permettano, finalmente, di dare a Roma un bilancio stabile, trasparente e veritiero».

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