Quando Paolo Conte scrisse "Azzurro" per Celentano

Nel 1968 usciva un inno alla libertà velato di malinconia: una parte della critica tentò inizialmente di demolirla, ma il pubblico fu completamente conquistato

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Suona come una marcetta. L'avvocato di Asti si avvolge più stretto nella sua giacca, poi finisce di sorseggiare il suo caffè bollente. Quando si alza dal tavolino del bar ha già deciso che è il caso di infischiarsene solennemente, di quel che pensa la stampa. Paolo Conte paga ed esce sorridendo. Forse può davvero schivare i codici e le aule di tribunale. Forse la sua carriera da compositore, fino a qui oscillante, sta per prendere il largo.

Quella che alcuni - sparuti - critici stanno provando a demolire è "Azzurro", una delle canzoni più iconiche della musica italiana. Scritta da Paolo Conte, con il testo di Vito Pallavicini e la musica del compositore astigiano, sarebbe stata interpretata da Adriano Celentano e pubblicata nel 1968. Diventando presto un simbolo universale dell'italianità.

La nascita della canzone

La genesi di "Azzurro" è singolare. Paolo Conte, all'epoca un giovane autore e compositore, aveva già una carriera avviata, ma la sua fama era ancora limitata. Nel 1967, quando gli fu commissionata la scrittura di una canzone per Adriano Celentano, Conte era ancora lontano dal diventare uno dei più grandi autori della musica italiana. L’idea di "Azzurro" nacque da un incontro con Vito Pallavicini, paroliere di fiducia di Celentano, che suggerì il tema del viaggio e della ricerca di un luogo ideale. Conte, che era alla ricerca di un tono diverso da quello delle canzoni più melodiche e tradizionali, scrisse una musica orecchiabile e fresca, con un ritmo frenetico e un'intensità che avrebbe conquistato subito l'ascoltatore. Il titolo stesso, "Azzurro", richiama il colore del cielo, la libertà, ma anche un senso di malinconia, come se l'azzurro fosse un luogo ideale lontano e irraggiungibile. Questo gioco di contrasto tra speranza e insoddisfazione divenne uno dei tratti distintivi del brano.

L'interpretazione di Adriano Celentano

Quando Adriano Celentano, uno degli artisti più celebri e amati dell'epoca, registrò "Azzurro", la canzone acquisì immediatamente un grande valore aggiunto. La sua voce unica e il suo stile inconfondibile reasformarono il brano in un successo che varcò i confini italiani. Celentano interpretò tutto con il consueto mix di energia e ironia, riuscendo a trasmettere quel senso di desiderio di cambiamento e di evasione che è centrale nel testo. La sua performance non fece prigionieri: la gente canticchiava il pezzo e ondeggiava sorridendo in tutto il paese.

La reazione della stampa e del pubblico

Quando "Azzurro" venne pubblicata nell’estate del 1968, la risposta della stampa e del pubblico fu entusiasta. Nonostante il brano fosse molto diverso dalle canzoni tradizionali dell'epoca, caratterizzate da melodie più lente e romantiche, il suo ritmo allegro e la sua freschezza conquistarono. La canzone divenne subito un tormentone, suonando nelle radio e nelle discoteche, e si fece strada anche in altri paesi, come la Francia, dove fu interpretata da vari artisti locali, rendendo Celentano ancora più famoso a livello internazionale.

La maggior parte della stampa italiana elogiò il brano per la sua originalità e la capacità di unire una melodia accattivante con un testo che trattava temi universali, come la solitudine, la ricerca di un senso di appartenenza e la

voglia di fuggire dalla routine quotidiana. "Azzurro" divenne così un inno generazionale, parlando a tutti quelli che, in un'epoca segnata da profondi cambiamenti sociali e politici, cercavano una via di fuga nella musica.

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