«Alice», la moda fa passerella in carcere

L’assessore Maiolo: «Quando il recupero è senza pietismi»

Domani in passerella ci saranno marchi come Blumarine, Prada, Alberta Ferretti, Byblos, Borsalino, Cesare Paciotti, Lorenzo Riva, Mariella Burani, Pollini, Renato Balestra, Luciano Soprani, Martino Midali, Roberta Scarpa, Debora Sinibaldi, Giorgio Grati, Carlo Pignatelli, Giuliana Teso, Luca Moretti, Marchese Coccapani, Pietro Busnelli, Thes&Thes, Elesila, In Touch. Quasi un obbligo citarli tutti perché tutti hanno accettato di salire su una passerella davvero speciale, quella allestita nel carcere di San Vittore. Grandi stilisti famosi in tutto il mondo uniti dalla solidarietà ma, soprattutto, dal lavoro che 25/30 detenute sarte, coadiuvate dalla Cooperativa Alice, eseguono per diversi marchi e, a breve, per un proprio brand che prenderà il nome di Alice. «Il Progetto Alice – spiega l’assessore Tiziana Maiolo - ideato dall’Assessorato alle Attività produttive del Comune di Milano, inizia con i consigli di una grande stilista italiana, Anna Molinari, fondatrice di Blumarine, che sarà la prima tutor del nuovo marchio Alice».

Qui le detenute imparano un mestiere che già applicano negli spettacolari abiti del teatro La Scala, della Rai, di Mediaset. Un vero recupero della persona attraverso un lavoro dignitoso, senza atteggiamenti pietistici assistenziali, con uno stipendio che arriva a 800 euro.

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