È allarme cattedre nelle scuole: mille prof non rispondono all’appello

A tappe forzate per coprire oltre 5.500 cattedre vuote, ma gli insegnanti chiamati troppo spesso non rispondono alle convocazioni. Di fatto a eccezione delle elementari dove è in programma un’altra tornata di chiamate per martedì prossimo, tutte le graduatorie degli abilitati sono state esaurite, e ora toccherà ai dirigenti scolastici continuare la caccia all’insegnante. Si calcola che ancora un migliaio di posti siano vuoti.
«Colpa di un meccanismo di reclutamento che non è adeguato – spiega Rita Frigerio, segretaria della Cisl scuola –. In queste condizioni, in un paio di settimane si sono fatti i miracoli per fronteggiare la situazione, ma evidentemente tutti gli sforzi fatti non sono stati sufficienti». Un esempio del meccanismo imposto?
In un giorno sono stati convocati 200 insegnanti per il sostegno, solo quattro hanno risposto alla convocazione. Mancano soprattutto insegnanti di sostegno specializzati (almeno 600), ma anche docenti delle più svariate discipline: 140 solo di lettere alle medie, una cinquantina di lettere alle superiori, altrettanti di matematica. Questi posti verranno assegnati agli iscritti nelle graduatorie di istituto che peraltro sono vecchie di un anno: si aspetta che vengano pubblicati gli elenchi definitivi aggiornati, e allora i docenti nominati nei prossimi giorni potrebbero essere a loro volta licenziati e sostituiti da altri colleghi che hanno diritto al posto.
Il valzer delle cattedre, dunque, è destinato a durare ancora a lungo. Tutto a scapito della qualità del servizio, soprattutto degli alunni in difficoltà. Una situazione che mette a rischio, in particolare alle superiori, il successo scolastico di migliaia di alunni. E proprio per ovviare a questi inconvenienti è disponibile un servizio che già lo scorso anno è andato incontro a 50 mila studenti in difficoltà a cui è stata offerta la possibilità di lezioni private gratuite per cercare di rimediare ai brutti voti. L’iniziativa è promossa dall’associazione «Portofranco Lombardia», un’associazione nata appunto «per l’aiuto allo studio».
Il servizio, promosso in collaborazione e con il sostegno di Regione, Provincia, Comune e Ufficio scolastico regionale, è già operante, oltre che a Milano, anche a Brescia, Varese, Cremona e Desio. Chiunque può farne richiesta. Senza spendere un euro potrà avere a disposizione insegnanti volontari che di pomeriggio possono dare una mano a fare compiti e studiare per prepararsi alle interrogazioni.


Un servizio che è molto prezioso ma ancora poco conosciuto, che può consentire alle famiglie di risparmiare i costi delle lezioni private che talora raggiungono i 30 o 40 euro all’ora. «Il nostro obiettivo – dicono alla Portofranco – è quello di contrastare l’evasione scolastica».

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