Allegri accetta la sfida di Berlusconi: «Dinho? Deve rimettersi in forma»

nostro inviato a Milanello

Massimiliano Allegri non sarà il braccio esecutore di Silvio Berlusconi. Non sarà uno «yes man», tantomeno si farà dettare la formazione dal numero uno rossonero, come qualcuno potrebbe essere tentato di malignare. Nella sua prima conferenza ufficiale da tecnico rossonero (slittata di un giorno per lo show berlusconiano dell’altro ieri) l’ha fatto capire a tutti senza troppi giri di parole: «Non sento la pressione di Berlusconi, in questo Milan ci sarà molto di mio: sono pagato per questo motivo, se perdo mi cacceranno». A differenza dell’Allegri quasi intimidito dalla dirompente dialettica di Silvio Berlusconi («mi ha fatto troppi elogi», ha ammesso sorridendo) ieri si è presentato un Allegri quasi diverso, convinto del proprio credo calcistico e sicuro delle proprie capacità: «Sono partito dal basso, con l’Aglianese, e credo che se una persona non abbia l’ambizione di arrivare in alto, vuol dire che non vuole confrontarsi mai, tantomeno vuole accettare nuove sfide».
D’altronde essere arrivati fino alla panchina del Milan, significa non essere l’ultimo degli allenatori, anzi. Allegri ha dimostrato di aver già intuito come funziona l’ambiente, dice di volere conoscere il prima possibile Milanello e tutto lo staff («dai magazzinieri al presidente»), ma ancor prima ha capito come provare a tenere a bada le incursioni di Silvio Berlusconi e girarle a proprio favore, cercando di convogliare l’entusiasmo del premier all’interno dello spogliatoio. «Ieri il presidente ha dimostrato grande concretezza e credo che questa sia una qualità che deve contraddistinguere questa squadra», ha spiegato il tecnico, conscio che l’estrema fiducia sbandierata da Berlusconi nei confronti della rosa possano valere quasi quanto l’annuncio di un grande acquisto. E se durante l’anno il premier si riserverà qualche punzecchiatura, nessun problema: «Mi piace perché è diretto, va accettato perché è il padrone e poi io amo molto il confronto e ascoltare anche pareri diversi dal mio». Su un punto entrambi però sembrano andare d’accordo: Ronaldinho. «Berlusconi - ha continuato Allegri - non mi ha messo con le spalle al muro, ho parlato con il brasiliano e gli ho spiegato che è importantissimo per il Milan, che mi aspetto molto da lui, ma che anche i fenomeni devono avere una condizione fisica buona se non ottimale per poter giocare a pallone. Può essere pericoloso sia a sinistra che al centro, ha talmente tanta qualità che deve fare la differenza, ma prima deve mettersi a disposizione della squadra». Magari prendendo come punto di riferimento l’ex compagno ai tempi di Barcellona Eto’o: «Non è un caso se ha vinto tre titoli per due anni di fila con due squadre differenti».
Convinzione, tecnica, agonismo, intensità. Sono questi i quattro punti cardinali che guideranno il tecnico toscano nella sua nuova avventura. «Voglio, anzi esigo, una squadra che giochi bene al calcio, convinta dei propri mezzi», ha proseguito Allegri, sottolineando quasi allo sfinimento i concetti di disponibilità, disciplina, rispetto ed educazione: «Così sarà più facile lavorare». Nei primi giorni di ritiro sottoporrà la squadra a due sedute al giorno, al mattino si lavorerà sulla parte atletica, il pomeriggio sulla parte tecnica, sempre con il pallone in mezzo ai piedi, senza pause tra un’esercitazione e l’altra: «Voglio infondere un approccio mentale all’intensità, così come sarà in partita, anche in allenamento».
È partito con il piede giusto Allegri, ha tanti progetti, ed è convinto che, a dispetto delle critiche, il Milan abbia ancora molto da dare, prenderà quanto di buono fatto da Ancelotti e Leonardo e aggiungerà le sue idee calcistiche: «È un gruppo ambizioso con giocatori che hanno vinto tanto perché hanno anche saputo sacrificarsi: il gruppo esalta il singolo, ma tutti devono essere a disposizione l’uno dell’altro».

Nessun ritocco di mercato, quindi, nessuna richiesta a Berlusconi per qualche acquisto (Papastathopoulos, che giocherà sulla fascia, è stata una scelta condivisa), semmai una piccola apertura sulle possibili partenze di Gattuso e Huntelaar, poi prontamente ritirata: «Questa rosa mi dà ampie garanzie, se dovesse partire un giocatore ne arriverà un altro da Milan, ma credo che alla fine entrambi resteranno in rossonero».
Disponibilità, sacrificio, intensità. Per arrivare allo spettacolo vincente richiesto da Berlusconi, Allegri ha già tracciato il cammino.

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