Alta tensione tra Israele e Ankara, Netanyahu: sul caso Mavi Marmara non chiederemo scusa

"Israele non deve scusarsi perché i nostri militari si sono difesi": è la risposta di Netanyahu ad Ankara sul caso della nave Mavi Marmara su cui morirono nove attivisti turchi che trasportavano aiuti umanitari a Gaza. Intanto infuria la protesta degli "indignados" israeliani

Alta tensione tra Israele e Ankara, Netanyahu:  sul caso Mavi Marmara non chiederemo scusa

Tel Aviv - Non accenna ad allentarsi la tensione fra Israele e Turchia, dopo l'espulsione dell'ambasciatore israeliano da parte di Ankara. Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu afferma che "Israele non deve scusarsi perché i nostri militari si sono difesi". Il riferimento è al blitz del maggio 2010, delle forze speciali israeliane contro la Mavi Marmara, la nave che trasportava aiuti umanitari verso Gaza, in cui persero la vita nove attivisti turchi.

I soldati si sono difesi - "Non dobbiamo chiedere scusa per i nostri soldati che si sono protetti dai violenti attacchi degli attivisti dell’Ihh" (Ong islamista turca), "e non dobbiamo scusarci perché lavoriamo per fermare il contrabbando di armi nella Striscia di Gaza, destinate al gruppo terroristico Hamas", ha detto il primo ministro all’inizio del consueto vertice di governo della domenica. "Israele ha espresso il suo rammarico per la perdita di vite umane, e spero che troveremo il modo di migliorare le relazioni con la Turchia", ha aggiunto.

Tensione anche per gli "indignados" - E la tensione resta alta anche sul fronte interno con la protesta sociale degli "indignados" israeliani che chiedono riforme al governo del premier. Al grido di "il popolo richiede giustizia sociale", oltre 400 mila dimostranti hanno dato vita la scorsa notte in diverse città del Paese a quella che viene definita dalla stampa "la protesta sociale più massiccia nella storia di Israele". "Oggi è nato un nuovo israeliano: non più arrendevole di fronte al potere, ma determinato a lottare per i propri diritti"ha detto ai dimostranti di Tel Aviv (oltre 300 mila, stipati in una piazza del centro) Yitzik Shmuli, uno dei dirigenti del movimento di protesta. Grandi folle di dimostranti sono state registrate anche a Gerusalemme e a Haifa.

Netanyahu promette cambiamenti - Il premier ha promesso di agire "rapidamente"

per introdurre "cambiamenti reali". Inoltre il primo ministro ha aggiunto che "il governo è impegnato a introdurre cambiamenti reali per alleviare gli alti costi della vita". Per Netanyahu si prepara un autunno difficile.

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