Un’altra sconfitta in casa: tabù Olimpico per la Roma

Spalletti ottimista: «Meritavamo di più». E il club smentisce l’avviso di garanzia per Sensi

Un’altra sconfitta in casa: tabù Olimpico per la Roma

Fabrizio Aspri

Brividi, quesiti, riflessioni. La seconda sconfitta interna costringe la Roma a leggersi dentro e a scoprire mali e ferite: il tabù Olimpico è sempre più una realtà. Il Siena degli ex laziali Negro, Chiesa e Colonnese ha costretto la combriccola di Spalletti a mettere in mostra limiti e paure.
Una tesi, questa, per nulla condivisa dal tecnico di Certaldo, che in un pomeriggio di malinconie ed errori trova comunque qualcosa di positivo. «La squadra si è impegnata - precisa - e meritava qualcosa di più. Loro si sono chiusi bene, abbiamo tentato di entrare palla a terra, ma non ci siamo riusciti. Siamo stati 85’ nella metà campo del Siena. E, tra l’altro, abbiamo preso il gol decisivo sugli esiti di un contrasto tra due nostri giocatori. La Roma ha dato tutto, insomma, contro un avversario che si è difeso molto, molto bene». Già. Ma resta un dato: il risultato che inchioda l’undici capitolino e lo costringe a navigare nei mari della media classifica, tra color che son sospesi. «Abbiamo provato a sfruttare la superiorità numerica - incalza il toscano - e a giocare con la palla a terra. Pazienza. Il problema è che non facciamo vedere ciò che sappiamo fare. Sono convinto, tuttavia, che faremo un buon campionato. Sono contento della mia squadra, andiamo avanti così».
Insomma, chi si accontenta gode. Intanto, nella giornata dei chiarimenti e delle delusioni, la Roma è scesa in pista per mettere a tacere voci e indiscrezioni sul presunto scambio di favori tra Franco Sensi e l’ex designatore Paolo Bergamo. I giallorossi minacciano le vie legali: attraverso il sito ufficiale, il club ha infatti smentito le notizie apparse su alcuni organi di stampa che riferivano di un presunto tentativo di corruzione da parte del patron della Roma nei confronti di Bergamo. I fatti sarebbero relativi alla stagione 2002-03. In un’intercettazione telefonica, infatti, sarebbe emerso che Sensi avrebbe chiesto che gli venissero «mandati», a dirigere la Roma, solo cinque arbitri. E che, in tal caso, lui avrebbe stipulato delle polizze con l’Ina Assitalia, di cui l’ex designatore è agente generale per la zona di Livorno. La società ha subito sottolineato l’infondatezza della notizia (sempre secondo le indiscrezioni apparse sui giornali, i due sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati dal pm della Capitale Luca Palamara). «In riferimento ad articoli apparsi in data odierna (ieri ndr) - si legge -, su taluni organi di stampa, relativi all’azionista di maggioranza dell’As Roma Spa, la società, atteso che tali notizie sono del tutto prive di ogni fondamento e ritenendo che il contenuto di suddetti articoli sia gravemente diffamatorio, si riserva di agire quanto prima nelle sedi e secondo le modalità che si riterranno più opportune a tutela dei propri interessi e dei propri Azionisti». Anche il direttore sportivo Daniele Pradè, a fine gara, ha fermamente smentito l’indiscrezione. «Saremo duri, durissimi - tuona il dirigente - ci faremo sentire legalmente con chi ha messo in giro notizie senza alcun fondamento. Ho letto che c’è stato un avviso di garanzia. Mai esistito. Quell’anno, tra l’altro, non avevamo quello sponsor. Insomma, raccoglieremo tutte le informazioni inesatte e saremo durissimi: con chiunque. Vogliamo dimostrare che siamo una società seria. Stiamo facendo opere di beneficenza e questa sarà un’altra della serie».

Per sapere come l’ha presa il presidente Sensi, ieri seduto in tribuna autorità, basta ascoltare la spiegazione di Pradè. «Da un lato si è fatto una risata, dall’altro è furibondo». Come dire: tra insuccessi e notizie infondate, un weekend di terrore per i giallorossi.

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