"Braccia ricoperte di graffi". Cosa è successo alle nuotatrici italiane dopo la gara nella Senna

Ginevra Taddeucci ha parlato delle sue condizioni nel post gara: "Ora sto bene anche se qualche brontolio ce l'ho… speriamo bene. Un altro tuffo nella Senna? No grazie"

"Braccia ricoperte di graffi". Cosa è successo alle nuotatrici italiane dopo la gara nella Senna
00:00 00:00

Il bronzo di Ginevra Taddeucci, nella 10 km in acque libere, è stata una delle imprese più difficili di Parigi 2024, con tutte le problematiche e rinvii legati alla qualità delle acque della Senna. Le due azzurre Ginevra Taddeucci e Giulia Gabbrielleschi (finita sesta al traguardo) hanno interpretato la gara alla perfezione, in un contesto molto complicato. Perché nuotare nella Senna è difficilissimo e nel lato controcorrente era impossibile passare, motivo per cui era fondamentale non rimanere troppo nel lato scoperto.

E quindi cosa succede ora? Con tutti i rischi paventati per gli atleti, vista la presenza accertata di Escherichia Coli e altri germi e batteri? É quello che si chiedono gli esperti ma ahiloro anche i diretti interessati. Intanto una prima reazione sulle nuotatrici italiane è stata osservata da Fanpage.it subito dopo la gara. Ebbene sia Taddeucci che Brunelleschi hanno graffi vistosi sulle braccia. "Ci hanno detto schiacciatevi al muro e ci siamo impigliate in quei rovi", hanno dichiarato le due atlete. In pratica se li sarebbero procurati mentre nuotavano rasentando l'argine della Senna, sfregando gli arti contro i muretti e i cespugli di erbacce incontrati lungo il percorso della 10 km di fondo.

La strategia è stata quella di restare il più possibile vicini al bordo, sfiorandolo, per evitare (o ridurre) la forza della corrente. Scelta che ha penalizzato gli spettatori, impossibilitati a vedere le nuotatrici (considerata la posizione degli spalti lungo il percorso). "Se ti allargavi anche di 20 centimetri la sentivi bella forte – hanno assicurato le azzurre -. Anzi a ogni giro lo era sempre di più e in certi punti era impossibile pensare di procedere contro corrente. Anche trovare sempre la posizione giusta ai giri di boa era un'impresa perché tutte cercavano il passaggio corretto, migliore per non finire risucchiati cento metri più giù".

Non c'era altra scelta. "Ho cercato di tenermi quanto più sotto possibile – ha sottolineato Gabrielleschi -. All'inizio, durante il primo giro, era terribile perché avevamo il sole contro e non si vedeva niente". Per la paura di contrarre infezioni virali o anche per tenere bassa la soglia di rischio, le nuotatrici hanno effettuato una profilassi specifica tanto prima quanto dopo la gara. "Abbiamo seguito comunque un protocollo vaccinale prima e dopo quindi speriamo di non stare male. Che sapore aveva l'acqua? Non so, ci avevano detto che era insapore e inodore. Ora sto bene anche se qualche brontolio ce l'ho… speriamo bene. Un altro tuffo nella Senna? No grazie" ha chiarito Taddeucci.

A questo proposito torna alla mente la battuta "né di Coca Cola né di Sprite" fatta dalla triatleta belga Vermeylen, rimasta disgustata dai liquidi ingeriti suo malgrado.

L'augurio è che non ci siano conseguenze per tutti quelli che hanno già partecipato alle gare nella Senna. Prima della 10 km maschile di domani, che vedrà impegnato anche il nostro Gregorio Paltrinieri. L'ultimo atto di una vicenda da archiviare in fretta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica