Caso Khelif, la pugile ungherese si sfoga: "Devo combattere con un ragazzo"

La pugile ungherese Luca Hamori, prossima sfidante di Imane Khelif, dai social ragiona sull'incontro con l'algerina: "Forse solo un uomo la fermerà"

Caso Khelif, la pugile ungherese si sfoga: "Devo combattere con un ragazzo"
00:00 00:00

Non si placano le polemiche per la partecipazione alle olimpiadi delle due atlete intersessuali Imane Khelif e Lin Yu Ting. Escluse dai circuiti mondiali femminili in quanto presentano caratteristiche biologiche maschili, le due atlete sono state comunque ammesse alle Olimpiadi di Parigi, in quanto il Cio dispone di parametri d'ammissione meno stringenti. E mentre il comitato olimpico internazionale difende a spada tratta le due pugili, accusando chi prova a sollevare la questione di opportunità, la federazione ungherese, la cui atleta sfiderà quest'oggi l'algerina, ha inviato un reclamo formale. La stessa pugile ungherese, Luca Hamori, pur affermando di non avere paura e di salire sul ring con la voglia di vincere, non si esime dalle polemiche.

"Il prossimo match sarà già per una medaglia olimpica e per le migliori quattro sfidanti. Salirà sul ring un avversario algerino e l'unico problema è che un anno fa è stato rivelato che è biologicamente un ragazzo. Per questo motivo gli è stato vietato di partecipare alla Coppa del Mondo lo scorso anno", spiega Hamori in un video condiviso questa notte su TikTok. Per evitare insulti e degenerazioni su quello che è un video molto pacato da parte sua, ha preferito chiudere ogni commento, in modo tale che non possano esserci eccessi, come spesso si sono visti, da una parte e dall'altra, in questo caso.

"Mettiamo tutta la nostra vita per arrivare alle Olimpiadi e ogni giorno soffriamo per questo", continua Hamori, spiegando implicitamente perché le sue colleghe sono crollate in pianto dopo la sconfitta con Yu Ting e Khelif. "Forse solo un uomo la fermerà", dice ancora la pugile, sottolineando come abbia fatto tanti sacrifici per arrivare a Parigi e sperare di combattere per una medaglia. "Molti mi chiedono per cosa mi batterò, come mi comporterò. Onestamente, quando mi sono svegliata pensavo a cosa fare: devo boxare con un ragazzo, forse questo mi impedirà di vincere una medaglia", ammette Hamori, che però poi ha capito che comunque deve combattere: "Non lavoro da più di dieci anni per poi arrendermi. Ho il cuore che mi porta sempre avanti, qualunque cosa accada".

Da parte dell'algerina vige il massimo silenzio, una scelta che la pugile porta avanti dall'inizio di questa olimpiade. Tuttavia, nelle ultime ore è arrivata la testimonianza dell'allenatore spagnolo, che corrobora la tesi di chi pensa che la partecipazione di Khelif non sia equa. "Loro stavano facendo un ritiro al Blume e non potevamo metterla con nessuno. L'abbiamo messa con Jennifer Fernandez e le ha fatto male. Con chiunque l'abbiamo messa, le ha fatto male. Abbiamo messo Jose Quiles ed erano pari.

Dal mio punto di vista non lo vedo giusto", ha spiegato Rafa Lozano, ct spagnolo ed ex pugile olimpico che ha vinto il bronzo ad Atlanta 1996 e l'argento a Sydney 2000. Quiles è uno dei pugili di punta della spedizione maschile spagnola, categoria 57 kg: evidentemente l'unico a poter competere ad armi pari con Khelif tra gli spagnoli.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica