"Per lo sport mi sono fatto troppo male". Giorgio Minisini lascia il nuoto sincro

Con una lunga lettera, l'icona maschile del nuoto sincro Giorgio Minisini ha detto addio all'agonismo. L'esclusione dai prossimi giochi Olimpici e la battaglia contro i pregiudizi raccontati nella lunga missiva

"Per lo sport mi sono fatto troppo male". Giorgio Minisini lascia il nuoto sincro

È una clamorosa notizia quella che arriva a una manciata di giorni dall'Inizio delle Olimpiadi 2024 di Parigi, l'icona del sincro mondiale al maschile Giorgio Misini, ha annunciato di ritirarsi dall'attività agonistica. Romano, classe 1996 nel suo palmares ci sono 4 ori mondiali ed europei, oltre ad una serie di podi nelle manifestazioni internazionali. L'atleta, che non era stato convocato per le Olimpiadi, gareggerà per l'ultima volta agli Assoluti di sincro.

Chi è Minisini

A lui il grande merito di essere un atleta di prim'ordine, ma soprattutto un grande esempio dovuto alla sua perseveranza, nello sdoganare, da vero pioniere, una disciplina natatoria da sempre considerata prettamente femminile. Figlio d'arte, la mamma ex sincronette e allenatrice, il padre giudice internazionale, per il 28enne il primo obiettivo è stato sempre quello di superare i pregiudizi: "Sono vent'anni che faccio questo sport e la maggior parte di questi l'ho passati nell'ombra. Come quello strano, che veniva attaccato e criticato", ha spesso ripetuto nel corso della sua carriera lunga 22 anni, raccontata anche in un libro ‘Il maschio’.

Concetti importanti che Minisini ha ripetuto anche dando l'annuncio con una lunga lettera, che non mostra segni di ripensamento e sottolinea quanto sia stata ponderata la sua scelta. "Mi ritiro, non voglio che la passione di una vita diventi soltanto un’ossessione. Mi sono fatto tanto male per questo sport e adesso semplicemente non sono più disposto a farlo. I campionati italiani assoluti saranno la mia ultima competizione da atleta", ha scritto sottolineando quanto in realtà ci tenesse a parteciparte alle Olimpiadi da cui è stato escluso per una scelta tecnica.

Il suo desiderio di gareggiare a Parigi

"Volevo davvero l'Olimpiade, e la volevo così tanto da essere disposto a continuare a praticare un'attività che non mi dava ormai nessun piacere se non quello di sapere che forse, alla fine del tunnel, ci sarebbero stati cinque cerchi a dare un senso a tutto". L’esclusione ai Giochi di Parigi, avvenuta ad aprile quando la direzione tecnica della squadra azzurra di sincro ha deciso di non inserirlo nella squadra, nell’edizione storica che per la prima volta nel sincro ha ‘aperto’ agli uomini, ha accelerato il suo processo di addio.

Nella lettera però non c'è cenno di rimpianti nè del fatto che la sua esclusione sia stata decisiva per la sua scelta: "Non ha avuto alcun impatto nella scelta. Se avessi fatto l'Olimpiade magari non mi sarei fatto certe domande e sarei arrivato a questo stesso punto chissà quando e soffrendoci di più", ha specificato.

A ribadire il concetto le sue parole sul dt, Patrizia Giallombardo: "Mi rendo conto quanto sia stato difficile per lei, perché si prende tutta la responsabilità. Ma lei mi è stata tanto vicino come persona, mentre come atleta mi ha dato quello di cui avevo bisogno. Ci tengo che lei sappia che ha la mia vicinanza".

Il suo prossimo futuro

Dopo questa scelta che ha creato sconcerto nel mondo del nuoto agonistico, ma anche nei tantissimi fan dell'atleta, ci sarebbe ora per lui un futuro da tecnico, per non disperdere tutta la sua professionialità, capacità ed energia, ma anche gli studi in psicologia che ritiene fondamentale in chi insegna e pratica sport. Anche se la sua eredità più grande che sente di aver lasciato alle nuove generazioni è un'altra: "E' una delle cose che mi dà più soddisfazioni, pensare che oggi un bambino possa andare alle Olimpiadi mi riempie di orgoglio, perché a me da piccolo non era permesso sognarlo. Ho tenuto per me questo malessere perché sapevo di essere un esempio per tanti ragazzini che avevano bisogno di un esempio positivo".

L'esclusione degli uomini nella disciplina "sincro"

L'assenza di atleti uomini nel sincro a squadre nonostante l'apertura concessa dal Cio (le nazionali ammesse ai Giochi alla fine hanno rinunciato a schierare atleti uomini) la ritiene una occasione mancata: "World Aquatics ha creato una opportunità che non esisteva, ma dal basso nessuna nazione ci ha veramente creduto, fondamentalmente perché il nuoto artistico non è ancora pronto a questo passo. E’ normale che se prevedi di inserire un uomo, vanno reinterpretate le regole e la costruzione degli esercizi e ancora non ci siamo. Mi è dispiaciuto assistere a uno scontro nel quale hanno perso tutti. Ma ci si poteva lavorare di più e meglio".

Per tornare al discorso delle Olimpiadi, bene o male punto focale e dolente di questa vicenda, tante sono state le voci di dissenso che si sono alzate per la sua esclusione ai Giochi, fatte anche di petizioni e parole di solidarietà come quella arrivata dal suo rivale statunitense Bill May. Tutto questo ha riempito il cuore di gioia di Minisini ma non lo ha dissuaso,

Le parole del presidente della Fin

Dopo l'annuncio, il presidente della Fin (Federazione italiana Nuoto) ha rilasciato una dichiarazione in proposito: "Minisini è un grande atleta che ha avuto un grandissimo percorso. Mi aveva detto da tempo questa sua intenzione. Come già accaduto tante volte nell'ambito sportivo per i campioni, spero che a mente fredda tra qualche mese possa ripensarci.

Le porte sono spalancate e aperte. Abbiamo parlato a lungo in questi giorni, le sue sensibilità le ha volute esternare in questo modo e va rispettato. Il mondo va avanti e sono sicuro che andrà avanti con lui protagonista".

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