«Karate Kid» fino a poco tempo fa viveva in Ucraina, ma ora vive in Italia, ha 15 anni, e si chiama Gleb Solomon. Alle spalle non ha la storia romantica di Daniel LaRusso (il vero protagonista del film divenuto karateka per amore di una ragazza), ma la tragedia vera della guerra. Greb è scappato con la madre Okasana dall’eco delle esplosioni che udiva da casa nella cittadina di Chernivtsi, a due passi dal confine con la Romania e a tiro di mortaio dai tank russi. Poi la fuga e l’approdo nell’oasi di pace di Rovello Porro (in provincia di Como), ospiti di lontani parenti mai come ora provvidenziali. In Lombardia Grab ha trovato nuovi amici, libero di indossare l’«abito» bianco del suo sport preferito: il karate. L’ex maestro di Grab, Chobotar Valera, lo ha messo in contatto con il suo collega italiano Massimiliano Ferrarini, felice di farlo allenare presso la scuola «Manara» di Milano. E i risultati sono arrivati: Grab ha vinto infatti il mese scorso a Jesolo la medaglia d’argento nella categoria «cadetti 63 kg», partecipando alla Karate 1 Youth League Venice 2024; è la sua seconda finale consecutiva in questo circuito di Coppa del Mondo giovanile, dove ha condiviso l’emozione del podio con il suo compagno d’allenamento, Francesco Ferrarini, che ha invece conquistato l’oro nella categoria «cadetti kumite +70 kg».
«Oggi frequento la scuola superiore, mi sono iscritti all’Alberghiero - racconta Gleb -. Cerco di tornare in Ucraina quando posso, per trovare mio papà che, come tutti gli uomini ucraini, non può lasciare il territorio, in quanto l’esercito può richiederne l’arruolamento anche con due soli giorni di preavviso. Ma il mio sogno è quello di non muoversi più e di restare in Italia: vorrei finire le superiori qui e migliorare giorno dopo giorno nel karate. Mi sto preparando per le imminenti gare in Slovacchia di qualificazione agli europei, come eventuale atleta della nazionale Ucraina. Il mio sogno è quello di vincere il campionato europeo, a febbraio in Polonia». L’invasione russa è un incubo lontano, ma i brutti ricordi a volte riaffiorano, come capita anche alla palestinese Mariam Bsharat, 17 anni che, sempre a Jesolo, ha conquistato il primo titolo iridato per il suo Paese trionfando nella categoria «cadetti kumite 61 kg»: le immagini di lei che indicava la bandiera nazionale cucita sul karategi bianco sono diventate virali tra i palestinesi e nel mondo arabo.
«Perché il karate non è solo uno sport, è metafora della vita», spiega Vladi Vardiero, presidente del comitato organizzatore che con la società Multisport Veneto organizzerà anche la prossima Youth League in programma a dicembre 2025. Miriam e Greb saranno ci saranno. A non esserci più speriamo sia invece la guerra nei loro paesi martoriati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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