"Yu Lin come Khelif". L'avversaria sconfitta fa il segno XX: è ancora polemica

La bulgara Staneva prima ha prima indicato con l'indice se stessa, poi ha portato le mani sopra la testa, disegnando per due volte una X

"Yu Lin come Khelif". L'avversaria sconfitta fa il segno XX: è ancora polemica
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Un altro incontro di boxe è destinato a scatenare roventi polemiche ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, dopo quello tra l'azzurra Angela Carini e l'algerina Imane Khelif, che sta monopolizzando l'attenzione della stampa internazionale.

Lin Yu Ting, l'altra pugile iperandrogina, si è assicurata una medaglia olimpica alle Olimpiadi dopo aver battuto la bulgara Svetlana Kamenova Staneva nei quarti di finale dei 57 kg. La testa di serie Lin ha sconfitto la sua avversaria 5-0 con una decisione unanime ai punti. Insomma proprio come Imane Khelif, certa di almeno un bronzo dopo aver battuto l'ungherese Anna Luca Hamori nei quarti di finale da 66 kg di sabato.

Dopo un primo round più combattuto, Lin Yu Ting si è imposta senza grosso difficoltà ed è stata dichiarata vincitrice, ma a quel punto è stata Staneva a scatenare la bufera. Dopo l'annuncio della sua sconfitta, la bulgara, non solo non ha stretto la mano alla taiwanese, ma prima ha prima indicato con l'indice se stessa, poi ha portato le mani sopra la testa, disegnando per due volte una X. Il significato è chiaro: simboleggiano la coppia di cromosomi XX, che caratterizzano il sesso biologico femminile. Allusione nemmeno troppo velata con cui ha fatto intedere che la sua avversaria ha i cromosomi XY, tipici dell'uomo.

Dall'altra parte Lin Yu Ting ha preferito ignorare gli attacchi della bulgara, dichiarando di aver disattivato i suoi canali social:"Vincere questo combattimento e una medaglia non significa che posso rilassarmi. Ho ricevuto molti messaggi di supporto, ma non li ho letti perché ho chiuso i miei profili social. L'intera popolazione di Taiwan mi sta supportando, quindi userò quella forza per arrivare fino in fondo".

Lo scontro Cio-Iba

L'International Boxing Association aveva bandito Khelif e Lin dai Campionati del mondo nel 2023 dopo averle sottoposte a un test "riconosciuto" in cui, secondo loro, dimostrava che le due donne avevano vantaggi ingiusti, sebbene non ne abbia mai pubblicato i risultati né specificato quali fossero i test. Posizione antitetica da quella espressa dal presidene del Cio Thomas Bach, secondo il quale "non c'è mai stato alcun dubbio che le due pugili siano donne, dato che sono state cresciute come donne, sono donne nei loro passaporti e hanno gareggiato a lungo come donne".

Di fatto il programma olimpico non è gestito dall'Iba dopo che è stato privato del suo riconoscimento dal Cio a causa di problemi di governance. I due casi sono stati assimilati a quello della due volte campionessa olimpica degli 800 metri del Sudafrica, Caster Semenya, che alcuni dottori hanno classificato come intersessuale.

Alla sudafricana non è più permesso di correre gli 800 metri senza assumere farmaci che sopprimono il testosterone. I critici evidenziano la diversità del problema, poiché la boxe riguarda i pugni e le donne vengono messe in pericolo affrontando persone sul ring con muscoli e potenza molto più grandi.

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