Più veloce di Bolt. Un uomo in grado di correre a 65 chilometri orari, parola di scienziati. In futuro però. È stata proprio l'apparente facilità con cui il supercampione giamaicano ha polverizzato i record di velocità raggiunti in passato a scatenare una gara fra gli scienziati per stabilire quanto Bolt possa limare ancora dal suo 9'69 sui 100 metri. Ma finora nessuno si era spinto così in là quanto i ricercatori della Southern Methodist University di Dallas. Che sono decisamente ottimisti sul futuro delle capacità umane, almeno in fatto di corsa. Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Applied Phisiology l'uomo potrà infatti raggiungere la velocità di 65 chilometri orari, cioè 20 in più rispetto al primato del campione olimpico.
«L'opinione prevalente è che la velocità sia limitata dalla potenza con cui le gambe possono colpire la pista - spiega Peter Weyand, coordinatore dello studio - e se si considera che gli sprinter possono applicare forze fino a 450 chili è logico concludere che siamo molto vicini al limite. I nostri dati però mostrano che le gambe potrebbero superare di molto le prestazioni della corsa». L'esperimento dice che più che la forza assoluta è il breve tempo in cui questa viene scaricata nel passo a costituire il limite biologico alla velocità. Nei campioni il contatto fra il piede e il terreno dura meno di un decimo di secondo, con il picco di forza entro il primo 28esimo di secondo, un tempo troppo breve per sviluppare la massima potenza. Per arrivare a questo risultato sono stati condotti test su un tapis roulant ad alta velocità, facendo correre gli sprinter tradizionalmente, all'indietro e su un piede solo, oltre che con diversi tipi di andatura. Gli studiosi hanno rilevato anche che si esprime il 30 per cento in più di potenza sul terreno saltando su un piede solo, e che con questo tipo di andatura la gamba esprime fino al doppio della potenza.
Le conclusioni dello studio indicano due vie per incrementare la velocità finale agendo sul tempo di contatto tra il piede e il terreno: una è studiare nuovi tipi di corsa che permettano di allungare i tempi, imitando ad esempio le andature dei grandi felini, l'altro è semplicemente far correre persone più alte, poiché più lunga è la gamba maggiore è la forza impressa a parità di tempo. La ricerca indica anche una terza via, più «fantascientifica»: agire con un doping genetico sul muscolo incrementandone la capacità di contrarsi velocemente, in modo da scaricare più forza nel brevissimo lasso di tempo.
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