Un altro crollo negli scavi di Pompei. Questa mattina è caduto uno dei pilastri del pergolato esterno della Casa di Loreio Tiburtino. La soprintendente speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Teresa Cinquantaquattro ha spiegato che l'area del crollo, che è stato scoperto soltanto a seguito di una verifica, è l’Insula II della Regio II. Sul posto sono subito intervenuti tecnici e le forze dell’ordine per effettuare un sopralluogo. Già scavata negli anni Cinquanta, l’area che adesso è stata posta sotto sequestro era stata interessata a lavori di restauro più recentemente.
La domus appartenne a D. Octavius Quartio, propriocome prova l’anello-sigillo che è stato rinvenuto nei presso dell’ingresso della casa. Come sottolinea la soprintendenza archeologica di Pompei, in parte delll'abitazione c’è l’impianto originario del II secolo a.C.): nell’atrio, fulcro dell’abitazione, si affacciano infatti le stanze da letto e il triclinio. La parte verso l’Anfiteatro, ristrutturata dopo il 62 d.C., conserva un giardino immerso tra verde e specchi d’acqua, a imitazione delle dimore fuori città e secondo la moda "del vivere in villa".
Lo spazio verde della domus si articola in due lunghe vasche (euripi) disposte a "T". L’euripus superiore, porticato, era decorato da statue allusive all’Egitto, patria della dea Iside: al centro presenta un sacello con fontane, in fondo un doppio letto per pasti all’aperto ed una nicchia che imita una grotta, con affreschi mitologici. L’euripus inferiore, diviso in tre bacini (forse per pesci), attraversa tutto il giardino ed era percorso da viali pergolati, di recente ripristinati.
Il cedimento alla Casa di Loreio Tiburtino è soltanto uno dei numerosi crolli, più o meno gravi, che si sono succeduti negli ultimi due anni negli Scavi di Pompei. "Un crollo che non stupisce, anzi. Mi stupisco che non sia successo di peggio.
A Pompei i crolli si ripeteranno fino a quando non ci sarà la manutenzione ordinaria, che non è ancora cominciata", ha commentato l'archeologo Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, sottolineando che "l’allarme non è affatto chiuso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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