Solo oggi arriverà sul tavolo di Antonio Zenga, il responsabile dellUsp (Ufficio scolastico provinciale) di Milano il rapporto richiesto alla professoressa Clara Magistrelli sulle perquisizioni a studenti e studentesse dellIstituto professionale Caterina da Siena di viale Lombardia alla ricerca di droga. Un intervento ancora tutto da chiarire nelle sue modalità di attuazione, ma comunque reso necessario da una situazione decisamente allarmante: la diffusione di sostanze stupefacenti nella scuola, infatti, era un fatto noto e preoccupante.
«Tutti ne eravamo al corrente dice una docente . Quante volte ci siamo viste arrivare in classe dopo lintervallo allievi con gli occhi arrossati e imbambolati per aver fumato spinelli». Si ricorda anche il caso di una ragazza che si era sentita male ed era stata trasportata in ospedale. «I medici continua linsegnante non avevano avuto dubbi: vittima di un malore per aver consumato droga». Al Caterina da Siena gli studenti sono da tempo organizzatissimi non solo per procurarsi la droga, ma anche per consumarla. Soprattutto nelle terze classi. «I più grandi dice linsegnante ormai sanno organizzarsi autonomamente fuori dalla scuola: qui ci si comincia ad emancipare».
Situazione ben nota anche ai genitori che però hanno un atteggiamento spesso contrastante. «Mi ricordo il discorso di una mamma dice ancora linsegnante che ci documenta il caso . Quando una mia collega le faceva presente che aveva il sospetto che la figli fumasse spinelli, laveva in definitiva giustificata affermando: Ma che cè di male È giusto che si facciano la loro esperienza. Per fortuna non tutti la pensano in questo modo».
La denuncia di questa situazione ha scosso lambiente, e non è senza significato latteggiamento che stanno assumendo gli studenti. «Io penso a studiare commentava ieri una ragazza . Non voglio immischiarmi in queste questioni, perché non voglio correre rischi». Tacciono soprattutto gli studenti e le studentesse coinvolte nel fenomeno.
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